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Disoccupazione giovanile, nuovo record. Il Cnel: «Due milioni di posti da recuperare»

Disoccupazione giovanile, nuovo record. Il Cnel: «Due milioni di posti da recuperare»

Di Redazione |

ROMA – Italia stretta ancora tra deflazione e disoccupazione giovanile record. Gli ultimi dati dell’Istat, seppur riferiti a mesi diversi, ritraggono così il Paese. Mentre il Cnel traccia uno scenario che oggi «sembra irrealizzabile»: per tornare ai livelli occupazionali pre-crisi, bisognerebbe creare «da qui al 2020 quasi 2 milioni di posti di lavoro». A fare i conti con l’aumento dei senza lavoro è anche la Germania (dove tuttavia il tasso generale, al 6,7%, viaggia ben al di sotto di quello italiano): a settembre il numero dei disoccupati è salito a sorpresa per il secondo mese consecutivo (+12.000 disoccupati, per un totale di 2,918 milioni). Il nostro Paese resta in deflazione, con i prezzi al consumo che nella stima preliminare di settembre risultano in calo sia nel confronto mensile (-0,3%) che annuale (-0,1%). Il tasso di disoccupazione ad agosto, invece, se a livello generale scende al 12,3% (in diminuzione di 0,3 punti percentuali sul mese e di 0,1 punti sull’anno), per quello giovanile segna un nuovo massimo, attestandosi al 44,2% (in aumento di un punto percentuale rispetto al mese precedente e di 3,6 punti nei dodici mesi). Un livello mai toccato prima: in altri termini, tra i giovani tra i 15 ed i 24 anni che partecipano al mercato del lavoro quasi uno su due è disoccupato. Gli ultimi dati dell’Istat di agosto contano 88mila giovani, in questa fascia d’età, occupati in meno in un anno (-9%); 33mila in meno rispetto al precedente mese di luglio (-3,6%). In totale, il numero di disoccupati è di 3 milioni 134 mila e ad agosto diminuisce del 2,6% rispetto al mese precedente (-82 mila) e dello 0,9% su base annua (-28 mila). Gli occupati sono invece 22 milioni 380 mila, in aumento dello 0,1% rispetto al mese precedente (+32 mila) e sostanzialmente invariati su base annua. Proprio questi numeri (i 32mila occupati in più e gli 82mila disoccupati in meno), a livello generale, sottolinea il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, consegnano «alcuni dati positivi». Però «purtroppo – evidenzia sempre il ministro – non ci sono cambiamenti positivi rispetto alla situazione di grande difficoltà dell’occupazione giovanile. Questi elementi, se da un lato confermano che si è sostanzialmente arrestata la caduta dei livelli occupazionali, dall’altro evidenziano la necessità di insistere in direzione di una ripartenza dell’economia». Un mercato, quello del lavoro italiano, comunque in affanno. Secondo l’ultimo rapporto del Cnel, progressi, «nella migliore delle ipotesi», potranno essere evidenti «non prima dell’inizio del 2015». E nei diversi scenari occupazionali proiettati, in quello di medio termine, «l’ipotesi di una discesa del tasso di disoccupazione ai livelli ‘pre-crisì, ovvero intorno al 7%, sembra irrealizzabile perché richiederebbe la creazione da qui al 2020 di quasi 2 milioni di posti di lavoro». Un incremento che potrebbe essere conseguito «soltanto se si manifestasse una forte discontinuità nella crescita dell’economia italiana». Essenziale è per il Paese (e per l’Europa), come ribadito anche oggi dal direttore per l’occupazione, il lavoro e gli affari sociali dell’Ocse, Stefano Scarpetta, «tornare sul cammino della crescita forte», «anche per ridurre il tasso di disoccupazione», che è «estremamente elevato», e «per dare opportunità ai giovani». Se, poi, si guarda alla disoccupazione “allargata”, includendo gli inattivi disponibili e i disoccupati parziali, il tasso è «giunto a superare il 30% nel 2013, senza peraltro mostrare segnali di rallentamento nella prima parte del 2014», rileva ancora il Cnel. La prima necessità, insistono i sindacati, è quella di creare lavoro: i dati dell’Istat «dimostrano come il governo non coglie questa priorità», afferma il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino. Dal 2008 sono «oltre un milione gli occupati in meno», dice il segretario confederale della Cisl, Luigi Sbarra, «non c’è spazio per letture ottimistiche».

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