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Diletta Leotta: «Con Ibra non c’è nulla e dico alle donne “vestitevi come volete”»

Di Redazione |

È una morbida macchina da guerra la catanese Diletta Leotta, presentatrice sportiva di Dazn, voce di Radio 105. È vero, il mondo è pieno di belle donne, ma non tutte hanno sette milioni di follower inchiodati a ogni bikini. Lei compare allo stadio è subito ola.

Tra le pagine chiare e le pagine scure di un libro possono sfogarsi ansie e successi, dolori e conquiste. Ma nonostante tutto Diletta lancia il suo mantra: “Scegli di sorridere” (Sperling & Kupfer), titolo del volume fresco di libreria in cui racconta esperienze personali – come la scelta, a 18 anni, di rifarsi il naso – gli amori, il rapporto con i tifosi e i colleghi.

«L’idea è proprio di partire da qualcosa di negativo che si trasforma in positivo. Volevo dare la mia versione dei fatti su esperienze vissute. Sono una ragazza fortunata, ho una famiglia stupenda, un lavoro meraviglioso, tante amiche, ma racconto momenti di difficoltà, quelli che possono capitare a qualsiasi ragazza della mia età. Vorrei far capire che i problemi si superano».

Gli episodi incriminati?

«L’hackeraggio delle mie foto dal cellulare finte sui siti è stato orribile. Mi sono sentita violata nell’intimità. Camminando per strada pensavo: mi stanno guardando e mi vedono nuda! Sentivo il giudizio di tutti. Il furto di foto intime colpisce tante ragazze, che spesso si rinchiudono in sé stesse. Mi hanno poi ricattato con un sms in piena notte: mi chiedevano 30 mila euro entro otto ore per non diffondere un video che mi riguardava. Ho denunciato tutto alla polizia e i truffatori sono stati individuati».

Perché proprio un libro?

«L’occasione è stata il lockdown, ho preso carta e penna e ho cominciato a scrivere i momenti più duri della vita di una ragazza. Scrivere è un po’ una seduta psicologica, ti aiuta a dare il giusto peso a quanto hai vissuto e fai i conti con te stessa».

Da top influencer italiana, come si vive sempre sotto gli occhi del pubblico?

«Su Instagram condivido i momenti divertenti, il wake surf o una cena con le amiche. È anche uno strumento di lavoro. Ma cerco di difendere, per quanto possibile, la mia vita privata. Amo condividere le cose carine, uso i social come una normalissima ragazza di 29 anni e mi divertono i commenti ironici».

Ci sono anche quelli negativi e purtroppo anche volgari.

«I social danno la possibilità di scrivere qualsiasi cosa, tanto non ci si mette la faccia. A volte il nostro cervello si concentra sulle cose negative, io mi fermo su quelle positive».

Diciamo la verità, la sua vita non è proprio quella di una “normalissima ragazza”.

«Per lavoro mi capita di fare esperienze e incontri molto diversi, ma ci tengo tanto a mantenere la mia spensieratezza, la leggerezza. Il fatto di essere siciliana, di avere una famiglia molto presente, di frequentare le amiche di una vita, mi dà quella sensazione di normalità che non voglio perdere. Il lavoro è un mondo a parte, io sono la Diletta di sempre».

Ogni uomo che incontra è un gossip. Ci si abitua?

«No, non ci si abitua. Non posso avere amici o soci, dovrei uscire solo con donne… Anche se sono un personaggio pubblico la scusa che “fa parte del gioco” regge fino a un certo punto, c’è un momento in cui la sfera privata deve rimanere tale e non si possono sempre fare illazioni superficiali».

L’estate scorsa le hanno attribuito un flirt con Ibrahimovic.

«Siamo i brand ambassador, lui internazionale, io per l’Italia, di Buddyfit una startup che permette di allenarsi a distanza con il trainer preferito. Siamo amici, non c’è altro».

Tra le amiche catanesi c’è la schermitrice olimpionica Rossella Fiamingo.

«Desideravo conoscerla per puro orgoglio siciliano. Quattro anni fa è stata ospite nel mio programma su Sky e abbiamo legato subito».

Molte critiche le arrivano da donne.

«Cerco di sorridere e andare avanti. L’unica risposta sono i fatti: lavorare, studiare, preparami. Anche perché di donne belle è pieno il mondo».

Le studentesse romane chiedono libertà di minigonna anche se “al prof cade l’occhio”…

«Sono luoghi comuni che uccidono il diritto delle donne di essere libere anche di vestirsi come vogliono. Non è possibile dover ancora oggi affrontare argomenti del genere. Se sei una donna perché devi nasconderlo o nascondere il tuo corpo?»

Porta tatuato il nome di sua mamma, Ofelia. La famiglia è il centro del suo universo?

«Per una ragazza giovane che sceglie un percorso come il mio la famiglia è un sostegno fondamentale per non perdersi, per rialzarsi. Quando sono andata via dalla Sicilia ho tatuato il nome di mia mamma per sentirla più vicina».

La Sicilia è un altro tipo di tatuaggio?

«È la mia “saudade”. È una terra troppo forte, come il nostro vulcano, non puoi staccartene mai. Ho la necessità fisica di sentire l’odore del mare, delle arance, di respirarne l’aria».

I primi passi a Telecolor e Antenna Sicilia.

«Ho iniziato molto piccola a “Sala stampa” con Umberto Teghini e poi “Insieme” con Salvo La Rosa. Anni meravigliosi, mi sentivo come a casa, non potevo avere gavetta migliore».

Il campionato è ricominciato con stadi vuoti o con poco pubblico.

«Sono felice di ripartire, avevo voglia di ridiscendere in campo, di risentire l’emozione, l’adrenalina che dà il pubblico e che quest’anno mancherà. Spero che si possa ritornare allo stadio, anche in numero ridotto».

Sogna il grande schermo?

«Il cinema mi piace da impazzire. Sarebbe bellissimo, ma per recitare ci vuole un altro tipo di preparazione. Ho fatto un cameo in “Sette ore per farti innamorare” in cui ero me stessa».

L’uomo ideale?

«Lo sognavo a 16 anni quando credevo al principe azzurro, poi cresci e capisci che ci sono mille sfaccettature che possono farti innamorare: è una formula magica: avviene e basta».

C’è spazio per pentimenti o rimpianti?

«Penso al presente, sono felice di quello che faccio. Scelgo quello che credo sia opportuno e non mi pento. Se vuoi fare una cosa devi farla. Non va come ti aspettavi? Comunque ti dà un insegnamento. Fa parte del mio carattere: nonostante tutto, scelgo di sorridere».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA