Desierto: giustizia fai da te contro i migranti

Di Francesco Gallo / 18 Giugno 2016

La cosa più originale di questo Desierto, film del 2015 scritto diretto, montato e prodotto da Jonás Cuarón, figlio di Alfonso Cuarón che lo ha anche prodotto, è che, al di là delle rigide e ufficiali leggi sulle immigrazioni clandestine al confine tra Messico e Usa, c’è chi la giustizia se la fa da sé. E al grido «questa è la mia casa, stronzi.

Questa scelta di giustizia privata, animata da un evidente razzismo yankee, è quella che sposa, senza alcuno scrupolo, Sam (Jeffrey Dean Morgan) che in Desierto, film in corsa al Taormina Film Fest che si chiude stasera, va letteralmente a caccia di immigrati messicani con tanto di cane lupo assassino e fucile da cecchino.

In questo road movie-thriller adrenalinico e pieno di ritmo, a scappare dall’ostinata furia omicida di Sam e cane killer, sono una ventina di migranti che, dopo aver abbandonato il furgone andato in panne lungo il cammino, si ritrovano a dover affrontare un lungo tratto di deserto che li divide dal confine.

Capitanati dal coraggioso Moises (Gael Garcia Bernal), i migranti vengono uccisi, uno ad uno, e nei modi più crudeli, ma, alla fine, nel caldo torrido del deserto la sfida, come capita ad ogni buon western, sarà a due. Sam e Moises dovranno confrontarsi, oltre che fisicamente, anche dal punto di vista esistenziale, ovvero con il loro modo di vedere le cose del mondo.

Scena chiave del film, quella iniziale, quando Sam incontra una guardia di confine e con zelo gli ricorda che sono stati avvistati una ventina di migranti nel deserto. Il poliziotto sembra non appassionarsi troppo a questa notizia e non alcuna ha voglia di andare a caccia di questi poveretti. Sam, va detto, non apprezza affatto questo disinteresse. L’uomo monta così sul suo van, imbraccia il suo fucile, beve compulsivamente dalla sua bottiglia di Bourbon e inizia la sua sporca giornata di lavoro: fare tiro a segno con i migranti messicani.

Il film, costato circa tre milioni di dollari e girato in Messico, è stato presentato nella sezione Special Presentations al Toronto International Film Festival nel 2015 e, sempre nello stesso anno, ha ottenuto il premio Fipresci della critica internazionale (andato a Jonás Cuarón) e infine, al London Film Festival, ha avuto la candidatura per il miglior film. Legittimo ora aspettarsi anche un premio al Taormina Film Fest. L’efficace musica elettronica del film è a firma di Yoann Lemoine.

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Redazione
Tag: cuaron cultura desierto film taormina