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Delizie di Natale, il panettone made in Sicily
Nicola – con i fratelli Fausto e Martino – guida una truppa composta da 130 lavoratori. Senza considerare l’indotto, cioè altri 11 laboratori piccoli, medi e grandi (con relativi addetti) sparsi in Sicilia che collaborano con l’azienda palermitana.
I risultati raggiunti sono cristallizzati nei numeri: «Siamo arrivati ad un milione di “pezzi” venduti e chiuderemo il 2017 con un incremento di fatturato del 10%. Dai 14 milioni del 2017, la stima per quest’anno è di circa 15,5 milioni di euro». Tanto per aggiungere qualche altra cifra, sono stati prodotti 80mila chilogrammi di panettone in più rispetto allo scorso anno. Dalle sapienti mani dei maestri pasticceri vengono create anche marmellate, rosoli, torroni e colombe. Non solo a beneficio del mercato italiano: l’export infatti si è ritagliato una quota del 25%. «Riusciamo a piazzare “bandierine” ovunque – dice Fiasconaro – pure i Paesi mediorientali e quelli asiatici si stanno abituando all’agroalimentare made in Italy». Il segreto di questo boom affonda le radici nel territorio e nella ricerca della qualità. A livello «maniacale» tiene a precisare Nicola, sottolineando che «la natura in Sicilia offre dei frutti meravigliosi. Spetta a noi essere bravi a trasformarli. La ricchezza della terra – prosegue – è un’occasione in più per stimolare i nostri contadini a diventare imprenditori».
Magari “rubando” un po’ di cultura d’impresa al Nord Italia, facendo sistema e sinergie. Guardando oltre, come don Mario Fiasconaro: il papà di Nicola, Fausto e Martino, che nel 1953 aprì un bar in piazza Margherita, a Castelbuono, e iniziò a sperimentare, innovare, anticipare i tempi. «Era un bravo cuoco e pasticcere, ma soprattutto era un visionario. Oggi raccogliamo il frutto del suo lavoro, senza di lui la nostra azienda non sarebbe a questi livelli», afferma Fiasconaro.
Le sfide del futuro, neanche troppo lontano, sono essenzialmente due: creare un polo logistico a servizio della fabbrica di Castelbuono e aprire in giro per il mondo dei negozi sul modello di piazza Margherita, ribattezzata “la Mecca dei golosi”. Il primo obiettivo è alle porte ed ha una scadenza già prefissata: 2020. «Dopo un lungo tira e molla burocratico, finalmente si è sbloccata definitivamente l’assegnazione di due lotti dell’area artigianale che ci consentiranno di realizzare dei magazzini nei pressi del nostro attuale stabilimento di Castelbuono. Sorgeranno in capannoni in disuso che abbiamo provveduto a bonificare» fa sapere Nicola, che sposta in avanti le lancette per il secondo obiettivo: quello di lanciare i negozi a marchio Fiasconaro. «Per affrontare una sfida mondiale – conclude – dobbiamo avere la certezza di essere competitivi per i prossimi 10-20 anni. Non è una questione esclusivamente economica, anche perché già ora ci sarebbero i finanziatori per questa nuova iniziativa imprenditoriale».
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