Decalogo dell’associazione Libera per riuscire a dire basta alla mafia

Di Redazione / 26 Ottobre 2014

ROMA – È articolato in dieci proposte, dieci impegni il manifesto finale per liberare Italia dalle mafie e dalla corruzione lanciato dal Libera al termine degli Stati generali dell’Antimafia. Mafie e corruzione – è la denuncia di Libera – stanno saccheggiando la nostra società grazie a una vera e propria globalizzazione dell’illecito, che ha prodotto i suoi effetti disastrosi per la capacità dei criminali e dei loro complici di inquinare il tessuto sociale, economico e politico di Stati e comunità. Quindi è giunto il momento di dire basta. Il manifesto in 10 punti indica come. Ecco il decalogo.
 
1. Riformare la legalità, perché non sia più una bandiera dietro cui si nasconde chi la viola ogni giorno.
 
2. Valorizzare il riutilizzo dei beni confiscati alle mafie e alla corruzione come strumenti per la creazione di un nuovo welfare.
 
3. Garantire la formazione continua del cittadino, per renderlo parte attiva della battaglia contro il crimine.
 
4. Difendere il ruolo dell’informazione.
 
5. Rompere i legami tra mafia e politica, assicurando trasparenza ai procedimenti pubblici, con una legge anticorruzione che recepisca le direttive europee.
 
6. Aggiornare gli strumenti di contrasto alle mafie, estendendo i mezzi d’indagine già sperimentati ai reati di corruzione e alla più grave criminalità d’impresa.
 
7. Istituire il 21 marzo come Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
 
8. Restituire alla collettività tutti i beni confiscati ai mafiosi ma anche ai corrotti con una reale capacità d’azione dell’agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati.
 
9. Contrastare l’economia illegale che condiziona lo sviluppo di interi territori e comunità svelando il ruolo delle lobbies e delle pratiche illecite che condizionano la leale concorrenza, colpendo in profondità su scala nazionale, europea e globale il fenomeno del riciclaggio, irrobustendo le reti territoriali e le associazioni che si oppongono a racket ed usura, contrastando la diffusione del gioco d’azzardo.
 
10. Introdurre i reati contro l’ambiente nel codice penale.
 
Alla quattro giorni di Libera hanno preso parte settemila partecipanti; oltre 200 i relatori.

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