Palermo – «Entro domani presenteremo un emendamento soppressivo e vedremo anche di sospendere gli atti amministrativi che sono stati avviati dal dipartimento alle Autonomie locali che impongono l’approvazione dei bilanci entro il 30 aprile. Tecnicamente è impossibile, perchè non essendo stato approvato il bilancio, la Regione non può trasferire risorse. Come fanno i Comuni a prevedere risorse che non sono disponibili?». Così il presidente della Regione, Rosario Crocetta, al termine dell’incontro a Palazzo dei Normanni fra i sindaci siciliani e il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, durante il quale i primi cittadini hanno chiesto di sopprimere la norma in vigore che prevede la decadenza dei sindaci in caso di mancata approvazione dei bilanci nei termini di legge. «E’ una norma scriteriata perchè si introduce in un sistema elettorale che è completamente diverso rispetto a quello nazionale – ha detto Crocetta -, in Sicilia questa norma fa sì che ogni sindaco possa essere sfiduciato dopo tre mesi e questo è ingiusto. Io questa legge non l’ho applicata per oltre un anno – ha aggiunto il presidente della Regione – . Questa volta abbiamo dato ai Comuni gli argomenti giuridici per opporsi e mi auguro che questa vicenda non esista più dopo il 30 aprile, perchè non posso permettere che tutti i sindaci della Sicilia vengano sfiduciati».
«Era doveroso rispondere alla richiesta di un incontro da parte dell’Anci che rappresenta oltre 390 sindaci della Sicilia. La norma sulla decadenza dei sindaci ha creato molta confusione. Il governo, se lo ritiene, si faccia carico dell’abrogazione. Da parte mia non ci sarà nessun impedimento di carattere regolamentare perchè venga trattata». Ha invece dichiarato il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, parlando con i giornalisti a margine dell’incontro con i sindaci siciliani. «C’è da dire che qualcuno questa norma l’avrà pure votata, è stata sostenuta ed è stata approvata, con le perplessità che c’erano e che i miei uffici hanno evidenziato. Se c’è la volontà politica di abrogarla si faccia. Ci vuole chiarezza. Io sono per le stabilità delle istituzioni locali. L’interlocuzione con i sindaci deve essere permanente perchè rappresentano l’ossatura del nostro ordinamento e se saltano loro salta l’ultimo baluardo di democrazia», ha concluso Ardizzone.
AnciSicilia con circa 200 sindaci siciliani, muniti di fascia tricolore, hanno incontrato oggi, alle 12,il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, a Palazzo dei Normanni per discutere “degli effetti prodotti dalla norma che prevede la decadenza di Sindaco e Giunta in tutte le ipotesi di scioglimento del Consiglio comunale” e dei “trasferimenti agli Enti locali per l’anno 2017 che, proprio in queste ore, si stanno definendo con l’approvazione della legge di Stabilità regionale”. Oltre alla “necessità di ribadire, nel confronto con gli altri livelli istituzionali, il ruolo fondamentale delle Autonomie locali, troppo spesso dimenticato”.
«Credo che ci sarebbero mille ragioni per andare allo scioglimento di questa Assemblea regionale ma forse è troppo tardi ormai – ha affermato il sindaco di Palermo Leoluca Orlando – . I trasferimenti ai Comuni sono passati da 900 milioni di euro a 200 milioni di euro nell’arco di pochi anni, la Regione non ha ancora approvato il suo bilancio e forse lo approverà solo entro il 30 aprile. Si applica una norma nazionale che stabilisce che entro il 31 marzo i comuni devono approvare i bilanci ma come si puo fare questo se la Regione non ha ancora approvato il suo, da cui discendono le risorse che servono ai comuni per dare il via libera ai propri? E poi, ecco la tempesta perfetta, la decadenza dei consigli comunali e dei sindaci che non hanno dato il via libera ai bilanci nei termini previsti dalla legge nazionale. Credo che a questo punto sia indispensabile chiedersi a cosa serve l’Autonomia speciale».
All’incontro a Palazzo dei Normanni erano presenti anche gli assessori regionali Luisa Lantieri (Enti locali) e Alessandro Baccei (Economia).
«Chiediamo l’eliminazione della norma che prevede la decadenza del consiglio comunale e del sindaco in caso di mancata approvazione dei bilanci. Potenzialmente sono 390 i Comuni che non sono in grado di approvare i testi contabili. Ci sono condizioni particolari di chi c’è riuscito ma nella stragrande maggioranza le amministrazioni attendono le scelte della Regione, che da un lato non mette i Comuni in condizione di approvare i bilanci, dall’altro dice che, se non si approvano, i sindaci vanno a casa”. Lo ha detto il vicepresidente dell’Anci Sicilia Mario Emanuele Alvano. «La manovra è in via di approvazione – ha spiegato -. Se non sappiamo a quanto ammontano i trasferimenti, i Comuni dovranno fare i bilanci senza un pezzo determinante di fondi. Per non parlare dei 200 Comuni sotto i 5 mila abitanti che hanno ulteriori difficoltà a fare i bilanci perchè una parte consistente delle loro risorse è di provenienza regionale», ha concluso Alvano.
«Dal parlamento più antico del mondo arriva una norma contro la base della democrazia. Il potere del popolo e quando tu fai delle leggi che scardinano questo sistema il danno è incalcolabile. Sono più preoccupato del fatto che la gente si senta sempre più distante dalle istituzioni, piuttosto che di dover lasciare il mio incarico». Lo ha detto il sindaco di Messina Renato Accorinti.
«L’incontro con i sindaci siciliani è stato un importante momento di confronto. E’ stata apprezzata la nostra proposta di cancellare la norma che prevede la decadenza in caso di mancata approvazione del Bilancio e di sospendere le diffide già notificate ai sindaci essendoci i presupposti di fatto e di diritto per tale sospensione. Sono emersi anche ulteriori temi da affrontare per rispondere alle reali esigenze delle amministrazioni locali su cui il Pd farà la sua parte». E’ quanto hanno dichiarato il presidente del gruppo Pd all’Assemblea regionale siciliana, Alice Anselmo, e il vicepresidente, Giovanni Panepinto, che hanno partecipato stamani nella Sala Gialla di Palazzo dei Normanni all’incontro con i rappresentanti dell’Ars, del governo regionale e l’Anci.
«Come sempre il dialogo, a tratti anche aspro, è sempre costruttivo – aggiungono Anselmo e Panepinto – bisogna proseguire su questa strada affrontando temi concreti, senza forzature né strumentalizzazioni».
«Siamo soddisfatti. Il governo e la maggioranza hanno recepito il senso del nostro emendamento depositato dal collega Giovanni Lo Sciuto e anch’essi propongono di cancellare l’articolo 2 della legge regionale 6/2017 il quale prevede la decadenza di sindaco e giunta in caso di ritardi nell’approvazione del bilancio. Una norma che noi avevamo già definito ‘un atto di miopia politico-giuridicà”. Questa la dichiarazione del capogruppo Ncd-Ap all’Assemblea regionale siciliana, Nino D’Asero.
«Un atto dovuto – conclude D’Asero – anche perché più della metà dei Comuni siciliani approva oltre i termini i bilanci a causa dei ritardi nei trasferimenti perpetrati dalla Regione stessa».