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Dal rogo di Lampedusa ai 4 anni in carcere tra Catania e Palermo: chi è il terrorista con il camion di Berlino
BERLINO – Tunisino e noto alle autorità per reati comuni in Italia ma anche per sospetto terrorismo in Germania: sarebbe Anis Amri, 24 anni, l’uomo al volante del tir che lunedì è piombato sul più affollato mercato di Natale di Berlino uccidendo 12 persone e ferendone 48, di cui 12 ancora ricoverate per ferite «molto gravi».
In seguito all’attentato rivendicato dall’Isis, contro di lui è stato emesso un mandato di cattura in tutta Europa fra l’altro perchè nella cabina di guida del tir, sotto il sedile, sono stati trovati in maniera quasi incredibile suoi documenti. Per attirare segnalazioni, la polizia federale tedesca ha promesso una taglia che arriva fino da 100 mila euro.
Il presunto attentatore era noto alle autorità italiane. La sua vicenda è emblematica dei problemi nelle procedure di espulsione: come riferito da fonti investigative, il giovane è arrivato solo su un barcone in Italia quando ancora era minorenne nel febbraio 2011, in mezzo a migliaia di tunisini che in quei mesi lasciarono il paese in seguito allo scoppio della primavera araba. Già a Lampedusa si fece conoscere partecipando partecipato all’incendio del centro di soccorso e prima accoglienza di Contrada Imbriacola. Arrestato, era stato trasferito prima nel carcere di Bicocca a Catania (in quanto si era dichiarato minorenne) e poi all’Ucciardone di Palermo.
Dopo aver scontato la pena di quattro anni di reclusione, aveva ricevuto un provvedimento di espulsione che non è andato a buon fine. Le autorità tunisine non hanno eseguito la procedura di riconoscimento nei tempi previsti dalla legge. Amri ha quindi lasciato l’Italia per andare Germania. Anche qui si è subito fatto notare. Pur camuffandosi sotto tre identità diverse, le autorità tedesche lo tengono sotto controllo: tollerato come profugo cui era stata respinta la domanda di asilo, era stato fermato per due giorni l’estate scorsa e sorvegliato per mesi perchè sospettato di preparare un attentato. Solo nelle ultime ore, non si sa se per caso o per tardiva solerzia, sono arrivati da Tunisi i documenti attesi per l’espulsione.
La Tunisia starebbe verificando ora se il giovane terrorista fosse nella lista degli estremisti stilata dai servizi tunisini ma non è un lavoro semplice in quanto l’uomo aveva ben otto identità diverse.
Il giovane ha dimostrato fredda ferocia con l’autista polacco del tir che «avrebbe lottato fino all’ultimo» per cercare di fermare il mezzo che il tunisino aveva in pratica ‘dirottato’: sul suo corpo sono state ritrovate «ferite da taglio», segno di una lotta disperata.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA