”Con il via libera del commissario dello Stato alla norma che consente l’assunzione dei testimoni di giustizia contro la mafia e il racket, si fissa un principio fondamentale di civiltà, non soltanto in termini risarcitori per chi si è esposto in prima persona, ma anche per far comprendere che la Regione Siciliana è al fianco di chi denuncia”. Lo ha detto Ignazio Cutrò, Presidente dell’Associazione Nazionale Testimoni di Giustizia.
”Resta – ha aggiunto – un po’ d’amarezza per il comma cassato, relativo alla possibilità di estendere quel beneficio ai figli dei testimoni di giustizia: molto spesso, chi denuncia non può condurre una vita normale, è segregato e rischia l’ emarginazione sociale: così di certo non può svolgere funzioni lavorative normali, per il rischio che si corre e che farebbe correre a chi lavora con lui. Quel beneficio traslato ai figli, avrebbe consentito la sussistenza di tante famiglie in difficoltà economica. Ma dalla norma approvata oggi si parte, in una battaglia di civiltà che vede accanto a noi testimoni di giustizia, il governo della regione e il parlamento siciliano».