Cuffaro torna all’Ars 10 anni dopo tra grande emozione e sottile ironia

Di Redazione / 13 Settembre 2018

PALERMO – «Ho notato che c’è un ascensore nuovo, è bello». Totò Cuffaro appena arrivato al piano parlamentare di Palazzo dei Normanni, si guarda attorno quando esce dall’ascensore che, appunto, è diverso rispetto a quello di dieci anni prima. L’ultima volta che l’ex presidente della Regione Siciliana aveva messo piede all’Ars era il 28 gennaio del 2008 quando, nel corso di una concitata seduta del Parlamento regionale, annunciò le sue dimissioni in seguito alla condanna per favoreggiamento aggravato alla mafia.

«Mi emoziona ritornare qui – dice Cuffaro, relatore in un convegno sulle carceri promosso dal parlamentare regionale Udc Vincenzo Figuccia – ma se devo essere sincero mi sono emozionato di più quando sono rientrato in cella dopo la mia prima “uscita” dal carcere, con i Radicali». «Lo avevo promesso ai miei compagni di cella – aggiunge – che una volta uscito, avrei fatto di tutto per spiegare che dentro le carceri non ci sono corpi, ci sono anime, persone con i loro diritti».

Alle polemiche di questi giorni, mosse in particolare dal Movimento 5 Stelle, sulla opportunità di far intervenire Cuffaro in un convegno all’interno della sala dell’Ars dedicata a Piersanti Mattarella (l’ex presidente della Regione ucciso dalla mafia) Cuffaro replica con toni pacati: «In carcere ho imparato fra le altre cose a non giudicare me stesso, figuriamoci se posso giudicare gli altri. Se i 5 Stelle non sono d’accordo è giusto che esprimano liberamente le loro opinioni».

Cuffaro parla ancora con i giornalisti, prima di intervenire al convegno: cita Victor Hugo, la Costituzione, parla della sua “rieducazione” in carcere e del suo progetto in Burundi («dopo la condanna e l’interdizione non posso più fare il medico in Italia perché sono stato cancellato dall’albo, in Burundi invece posso farlo») e ribadisce per l’ennesima volta di non volere tornare a fare politica: «Sono stato accusato di essere un uomo d’onore”? – dice – e allora vi faccio una battuta e “da uomo d’onore” vi assicuro che non tornerò in politica».

Mentre l’ex politico entra in sala per l’inizio del convegno, nella piazza di fronte Palazzo dei Normanni c’è un sit-in promosso da un’associazione anti estorsioni di Catania, al quale hanno aderito anche i parlamentari del Movimento 5 Stelle. È un gruppo ristretto, una ventina di persone in tutto. Al piano parlamentare, la sala che ospita il convegno sulle carceri è piena.

«Quella notte eravamo “sotto bombardamenta”, non è stata una seduta normale»: così il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè ricorda la seduta del 28 gennaio 2008 quando Totò Cuffaro annunciò a Sala d’Ercole le sue dimissioni da presidente della Regione dopo la condanna per favoreggiamento aggravato alla mafia. Ed anche allora, come oggi, Miccichè era presidente dell’Ars. E proprio Miccichè è stato uno dei primi, stamane, ad accogliere Cuffaro al piano parlamentare di Palazzo dei Normanni. «Qualcuno ha detto che la presenza di Cuffaro a Palazzo dei Normanni gli fa venire i brividi – ha detto Miccichè, nel corso del suo intervento di saluto al convegno – beh, anche io ho i brividi perché la sua presenza qui è un onore». Miccichè viene interrotto da un applauso del pubblico, poi rivolgendosi a Cuffaro aggiunge: «L’ho sempre detto, tu sei l’unico che ha pagato per tutti. Totò, qui sei il benvenuto, questa è casa tua». 

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