Dopo la pessima giornata di ieri non si può dire che nelle Borse (anche se non tutte) non sia tornato il “panic selling”, le vendite di paura innescate dal quadro macroeconomico generale, compresi i dati Usa diffusi nel pomeriggio con relativa apertura negativa di Wall Street. Piazza Affari paga lo scotto più alto (-4,44% il Ftse Mib, minimo da dicembre 2013 che brucia 19,9 mld), dopo Atene (-6,25%). Lo spread sale oltre 170 punti base e conclude a 166 con un rendimento del decennale al 2,42%. E tornano i timori sulla Grecia, mentre il petrolio va verso quota 80 dollari con il biglietto verde penalizzato e gli investitori si rifugiano nel Bund tedesco.
Il rallentamento dell’inflazione in Cina, ai minimi da oltre cinque anni, e la gelata dei prezzi al consumo in Germania a settembre hanno contribuito a impostare in negativo la giornata di Borsa fin dalle prime battute. Milano, in particolare, ha risentito dei dati sul Pil forniti in mattinata dall’Istat: nei primi due trimestri del 2014 si è registrato un rapporto tra indebitamento netto e Pil pari al 3,8%, con un peggioramento di 0,3 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. La Borse europee hanno mandato in fumo 276 miliardi di euro in termini di capitalizzazione.
Nella tempesta perfetta dei mercati europei, innescata dal ritorno delle preoccupazioni sulla Grecia e dalla profonda correzione del prezzo del petrolio, i bancari sono il settore più colpito insieme ai farmaceutici (che pagano il crollo dell’irlandese Shire).
Lo scenario. Cominciamo da Atene la cui Borsa è crollata per effetto delle preoccupazioni sul piano del governo greco per uscire dal salvataggio: l’indice Ase, dopo aver ceduto cede il 10%, il crollo ‘intraday’ più alto degli ultimi sei anni, ha chiuso a -6,25%.
Euro. La moneta unica accelera la sua corsa dopo i negativi dati economici americani e la previsione degli operatori su una Federal Reserve attendista nel rialzo dei tassi di interesse visto il quadro attuale e risale sopra 1,28 dollari.
Dati Usa. Primo calo da agosto 2013 per i prezzi di produzione, il terzo calo mensile consecutivo. E calano più delle attese le vendite al dettaglio. Il dato ha mostrato un calo dello 0,3%, a fronte di previsioni del -0,1%. Per le vendite al dettaglio si tratta del primo calo mensile del 2013. Infine, l’indice Empire State di New York che ha rallentato in modo evidente a ottobre.