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Covid, il V-Day si avvicina: il vaccino più atteso tra informazioni e falsi miti

Di Redazione |

Roma Il V-Day in Italia si avvicina. Domani, 27 dicembre, la prima dose del vaccino Pfizer saranno inoculata per cominciare a combattere, si spera ad armi pari, un nemico, il Coronavirus, che finora è stato subdolo e terribile tanto da provocare, soltanto in Italia, 71.359 vittime dall’inizio della pandemia alla giornata di ieri.

IL V-DAY E LA PRIMA VACCINATA – Ha 29 anni è romana e lavora presso il reparto malattie infettive dello Spallanzani, ma in questi mesi di emergenza Covid ha anche curato presso il loro domicilio molti anziani. Si chiama Claudia Alivernini, è un’ infermiera e sarà vaccinata all’Istituto Nazionale di Malattie Infettiva dell’ospedale romano.

CHI SONO ALTRI VACCINATI – I primi vaccinati saranno alcuni degli italiani simbolo della lotta al Covid. In Lombardia toccherà invece a due lavoratrici del Niguarda di Milano – l’operatrice socio-sanitaria Adele Gelfo e l’addetta alle pulizie Grazia Presta – e a Annalisa Malara, l’anestesista che ha scoperto il paziente uno, Mattia, all’ospedale di Codogno. Anche a Napoli il primo vaccinato sarà una donna, Filomena Ricciardi, medico del pronto soccorso del Cardarelli. In Sicilia tra i primi a sottoporsi al vaccino sarà Massimo Geraci, responsabile del pronto soccorso del Civico di Palermo, 52 anni. Quello di domenica sarà solo un gruppo limitato di operatori sanitari che raggiungerà all’incirca il milione di lavoratori della sanità nel mese di gennaio. Poi si passerà alle persone nelle Rsa, nel Lazio già dalla prossima settimana. Successivamente le popolazioni a rischio, anziani o soggetti con specifiche patologie. In Veneto, si apprende, si vaccina il 90% del personale sanitario e delle rsa.

LA VOLONTARIETA’ NEL VACCINARSI – Al momento non si parla di obbligo di vaccino. Per l’immunità di gregge è quindi tutto basato sul comportamento individuale. I numeri fanno ben sperare sulla volontà degli italiani di vaccinarsi. I dati di una ricerca coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità rivelano che due persone su tre (il 67%) sono disponibili a vaccinarsi, la percentuale sale tra gli anziani (84%). I più giovani, 18-34enni, sarebbero ben disposti a vaccinarsi (76%) rispetto ai 50-69enni (67%) e ai 35-49enni (59%). 

I FALSI MITI SUI VACCINI – Non contengono ingredienti tossici, come il mercurio e il thimerosal p, e in ogni caso non si riscontra alcun aumento del rischio di danni anche quando questi composti sono presenti. Non fanno neppure ammalare della malattia da cui dovrebbero proteggere perché contengono virus inattivi o componenti del virus o dei batteri e non possono quindi causare infezioni nelle persone con un sistema immunitario normalmente funzionante. In vista dell’arrivo imminente del vaccino contro Covid-19 in Europa e quindi anche in Italia ecco alcuni dei falsi miti sui vaccini smentiti dal Penn State Children’s Hospital. Soffermando l’attenzione proprio sul vaccino contro il Covid, tra le “accuse” principali vi è quella di un’approvazione troppo rapida, ma viene ritenuto dagli esperti sicuro ed efficace. “Il vaccino COVID-19 – spiega il dottor Patrick Gavigan, infettivologo pediatrico- è stato sviluppato e approvato in breve tempo, il che rende le persone comprensibilmente preoccupate per la sua sicurezza. Tuttavia, i dati sono stati attentamente esaminati in decine di migliaia di persone coinvolte negli studi e le percentuali di effetti avversi erano estremamente basse. Questo vaccino sembra essere sicuro ed efficace come potevamo sperare”. È meglio in generale distanziare tra loro i vaccini o persino ritardare il vaccino COVID-19 fino alla fine della pandemia? La risposta è no. “Ogni volta che si ritardano i vaccini, c’è un grosso rischio di fornire tempo aggiuntivo in cui è possibile contrarre la malattia”, spiega l’esperto. Inoltre, fare più vaccini contemporaneamente non diminuisce la risposta del sistema immunitario e non c’è bisogno di preoccuparsi che il corpo non possa resistere a più vaccinazioni in breve tempo. Altro falso mito sui vaccini è che l’immunità naturale sia migliore di quella acquisita dal vaccino: in particolare per il Covid Gavigan sottolinea che non si sa ancora se sua sia così.  

I GAZEBO A FORMA DI FIORE – Saranno 1.500 gazebo a forma di fiore, come il simbolo della campagna, i luoghi dove verranno somministrate le dosi nella seconda fase della campagna per i vaccini anticovid. I gazebo – progettati dall’architetto Stefano Boeri in materiali riciclabili –  saranno collocati in tutta italia, nelle piazze delle città, davanti agli ospedali e anche nei campi sportivi. La campagna informativa per invitare gli italiani a vaccinarsi – oltre agli spot su radio, tv, siti web e social – prevede anche la realizzazione di totem informativi davanti agli ospedali, nei parchi, negli uffici pubblici e nelle scuole.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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