Girgenti Acque, la società che gestisce il servizio idrico in provincia di Agrigento ha diffuso un filmato per denunciare le «mancanze» del Consorzio del Tre Sorgenti, una società consortile che ha sede a Canicattì e che si è rifiutata di consegnare gli impianti alla stessa Girgenti Acque. Vi è infatti una ingente perdita – di almeno 50 litri al secondo – lungo la condotta che il Tre Sorgenti non riesce a riparare rifiutando anche l’«aiuto» dei tecnici di Girgenti Acque. E mentre il Tre Sorgenti si «arrocca» in difesa da ormai due settimane ci sono quattro comuni – Grotte, Racalmuto, Castrofilippo e Naro – con gravissimi problemi idrici. Nel frattempo la condotta idrica che perde comincia a solcare il terreno tanto da formare un vero e proprio “torrente”.
GLI STRALI DELLA REGIONE. Tra 2007 e 2010 al Consorzio Tre Sorgenti furono affidati incarichi professionali, effettuate assunzioni e aumentate le indennità del consiglio direttivo del’Ente in modo illegittimo. A formulare le pesantissime accuse è, in una lunga relazione datata 14 ottobre 2014, il servizio ispettivo dell’Assessorato regionale alle Autonomie locali e della Funzione pubblica, il quale, dopo quasi 10 mesi di lavoro è arrivato a un provvedimento finale nel quale mette nero su bianco quelle che ritiene gravi violazioni di legge perpetrate negli anni dalle passate gestioni del Consorzio. Tutto parte, si scopre, da un esposto anonimo risalente al novembre 2013, nel quale si lanciano gravi accuse nei confronti dell’ex presidente Calogero Matina e si indicano una serie di presunte violazioni, poi ribadite dall’Assessorato dopo un’articolata istruttoria. Uno dei punti nevralgici, non fosse altro per le immediate conseguenze adottate nei giorni scorsi dal Consiglio direttivo e dal presidente Gaetano Moscato, è la trasformazione del contratto dell’architetto F. G. L. P., il quale da dipendente a tempo determinato venne stabilizzato tra il 2009 e il 2010, secondo l’Assessorato e il Consorzio, in modo illegittimo. «Avviso di selezione, determine presidenziali e contratti di lavoro – si legge nella determina di Moscato – risultano affetti da gravi illegittimità per inosservanza di legge, eccesso di potere e violazione di legge». Si contesta inoltre che l’avviso di selezione è stato pubblicato senza formale atto di approvazione degli organi collegiali ma bensì con atto firmato dal presidente Matina, «organo incompetente trattandosi di un atto gestionale». Atti adesso tutti revocati da Moscato e dal suo consiglio direttivo, «ritenuto di porre fine alle gravi violazioni di legge ed al grave danno economico perpetrato nei confronti del Consorzio col perdurare del rapporto illegittimo sin dal suo instaurarsi» licenziando F. G. L. P.. A questa vicenda è collegata anche quella dell’assunzione di un altro dipendente, tale «Geometra O. », rispetto alla quale la Regione contesta «la violazione della legge sulla par condicio, perché al soggetto è stato affidato l’incarico e stipulato il relativo contratto senza che l’ente abbia preventivamente dato pubblicità della necessità della ricerca di un altro soggetto». Costui si è dimesso nel 2009. L’assessorato contesta l’affidamento di incarichi professionali nei confronti dei «Ragionier S. » e del geometra M. C., dato che entrambi risulterebbero prive dei necessari ed obbligatori pareri di regolarità tecnica e contabile. Il tutto avrebbe comportato “un esborso di denaro maggiore a quelli indicati negli atti prodotti e superiore alle somme stanziate”. Ultimo punto contestato è l’aumento del 20% dell’indennità di funzione del Consiglio direttivo, deciso nel 2011 dallo stesso organo. Il Consorzio ha già annunciato adesso la volontà di provvedere al recupero delle somme.