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Chattare sotto il banco nelle ore di lezione
Il docente o la docente provano a spiegare e lo fanno con grande trasporto, passione, tirando fuori tutta la loro preparazione.
Lo studente o la studentessa devono ancora svegliarsi. Riescono totalmente a disconnettersi dalla classe.
L’aula è un non luogo: sono li ma è come se non ci fossero. Sotto il banco c’è lo smartphone pronto a collegarli con tutto il mondo.
Possono chattare con amici e amiche che sono costretti come loro ad andare a scuola.
Possono immergersi nei social e vedere cosa accade su Instagram o Facebook.
Possono conversare amabilmente in chat su Whatsapp. Così le ore passano presto, la giornata scolastica dura poco.
Un po’ di chattate e arriva la ricreazione. Altre subito dopo e suona la campanella.
Studenti e studentesse 3.0 riescono a guardare l’insegnante che spiega e se serve anche ad annuire.
Il gioco è fatto. In barba a disposizioni e regolamenti che vietano l’uso del cellulare in classe.
E se adesso sarà autorizzato l’uso dello smartphone per usi didattici entreranno in crisi. Non potranno più chattare. E dovranno farsene una ragione.
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