E giallo fu. Dallo scorso 15 febbraio il territorio siciliano ha abbandonato la fascia arancione ed è transitato in una nuova zona costituita da restrizioni meno ferree.
A beneficiarne, indubbiamente, è l’economia dell’Isola e i grandi centri preposti ad accogliere al loro interno più attività commerciali, scelti da quanti desiderano avere un accesso agevolato ai parcheggi e un’ampia possibilità di scelta tra le proposte di vari negozi concentrati in un unico luogo.
Sebbene secondo le attuali disposizioni anti Covid i centri commerciali rimarranno ancora chiusi nel weekend, l’affluenza settimanale sarà svincolata da logiche di accesso legate allo stato di urgenza dell’acquisto. È possibile, quindi, parlare di ripartenza perché la gente, di fatto, torna a riconquistare spazi e abitudini.
La zona gialla, infatti, sta permettendo di normalizzare le vendite tramite flussi continui di persone, che fanno accesso nei centri commerciali dell’Isola per dedicarsi al piacere dell’acquisto, complice la convivialità ritrovata. A fare il punto della situazione sono le sigle di settore, che se da una parte evidenziano le difficoltà economiche generate dalla pandemia, dall’altra guardano alle possibili soluzioni per accelerare la ripresa dei consumi.
«La zona gialla – afferma Michele Sorbera, direttore Confesercenti Sicilia – sta normalizzando i flussi, è vero, e non c’è dubbio che i negozi all’interno dei centri commerciali sono stati quelli più penalizzati dai Dpcm perché costretti a rimanere chiusi nei weekend nonostante l’apertura della grande distribuzione e nonostante l’avvio dei saldi. Come Confesercenti abbiamo fatto presente alle Istituzioni le disparità di trattamento venutesi a creare e stiamo lavorando a soluzioni che consentano di aumentare il livello di sicurezza contro la pandemia sia nel commercio sia negli altri settori più colpiti come la ristorazione e il turismo».
«In zona arancione le attività commerciali hanno avuto un grande collasso – aggiunge Dario Pistorio, presidente regionale Fipe – ConfCommercio, nonché vicepresidente vicario di ConfCommercio Catania – La mancanze di convivialità, utile al commercio perché induce ad acquistare qualcosa che non si ha per esaudire il bisogno di rinnovamento, ha orientato i consumatori ad acquistare lo stretto necessario, facendo a meno di vestiti, scarpe e accessori non indispensabili. A risentirne è anche la catena dei rappresentanti, che vengono pagati a saldo delle attività di vendita di chi ha fatto l’ordine. Questi ultimi avranno difficoltà a pagare qualcosa che non è stato venduto. Tuttavia, all’interno dei negozi e dei centri commerciali, che possono tornare a essere rifrequentati, permangono gli sconti e questo è un dato incoraggiante, anche se è presto per fare una previsione».
Adesso, però, con la zona gialla la “macchina” è ripartita e sarà possibile augurarsi una reale ripresa dei consumi, complici le severe precauzioni anti assembramento e contagio utilizzati per legge da ciascuna attività presente all’interno dei centri commerciali e non.
Secondo il presidente di Unimpresa-Assoesercenti Sicilia, Salvo Politino, la sicurezza è la parola chiave della ripartenza. «Gli operatori del settore sono scrupolosi – dice – e agiscono garantendo la sicurezza di clienti, pubblico e dipendenti. C’è, però, una nota stonata: la chiusura durante i weekend. Non ha senso che gli unici esercizi che rimarranno aperti nel weekend saranno le farmacie, le tabaccherie, i negozi di alimentari e le edicole. Bisogna fare rispettare le regole, il distanziamento sociale e garantire il diritto al lavoro degli operatori. Per affrontare razionalmente la questione è sufficiente che le autorità definissero un numero massimo di persone che possono accedere ai centri commerciali durante il fine settimana: le disposizioni verrebbero assolutamente fatte rispettare dai manager interni, che godono della presenza di sofisticati strumenti di controllo».
È impossibile, quindi, rinunciare ai centri commerciali, divenuti nel tempo le nuove piazze dove incontrarsi per condividere lo shopping, un pranzo o un caffè, ma anche dove è possibile fare esperienze e trascorrere il proprio tempo in serenità. Gli operatori del settore, dunque, mantengono i riflettori puntati sul loro ruolo centrale per l’economia dell’Isola, affinché l’industria del commercio possa continuare ad espletare il suo ruolo centrale di creazione e sviluppo di veri e propri social hub fisici sul territorio, a beneficio di tutti.