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Cenere dell’Etna, lo studio del Cnr per capire se fa male alla salute

Di Giuseppe Bonaccorsi |

Il governatore ha poi aggiunto che il progetto sarà uno dei tanti su temi già aperti col Consiglio nazionale delle ricerche. «Quello della cenere – ha confermato – è uno dei tanti argomenti pianificati col Cnr, con il quale presto convergeranno intese sull’agroalimentare, sulla nostra carne di allevamenti… Abbiamo il dovere di chiederci quanto la ricerca possa collaborare per avere ricadute sul territorio anche in termini economici. Tutto questo sarà fatto attraverso un protocollo che vedrà la Regione e il Cnr impegnati in una nuova stagione di intensa collaborazione…».

Entrando nello specifico del progetto di esame sulla cenere dell’Etna, il presidente Cnr ha approfondito i termini della futura collaborazione con la Regione: «Le caratteristiche importanti della scienza di frontiera, orientate alla salute dell’uomo, possono essere messe a sistema in questa idea lanciata dal presidente Musumeci per arrivare a capire il problema delle polveri dell’Etna e per studiare o le sue opportunità o gli eventuali problemi che può arrecare. Ad esempio – ha proseguito il dott. Inguscio – qualcuno dice che sull’Etna il vino viene meglio. E’ più buono. Ora bisogna capire, visto che sul vulcano il vino è più buono e anche tutta la natura cresce meglio, se la chimica nel terreno fa bene o no. Al momento non si sa. Quindi siamo davanti a un tema complesso che va ad interessare la condizione dell’aria, che poi viene respirata, e la condizione di assorbimento della cenere nel ciclo delle acque e nel sistema alimentare».

Quindi il presidente Cnr, su input specifico del governatore ha confermato l’avvio di uno studio accurato attraverso un progetto specifico sulla cenere che mira ad intervenire per caratterizzare le microparticelle – con tecniche che definiscono le dimensioni e la composizione chimica – ma allo stesso tempo per individuare tecniche raffinate tali da definire le percentuali di questa polvere vulcanica che finiscono del ciclo alimentare, dalle verdure al latte… «Sarà uno studio per capire quale danno possa derivare dall’eventuale inalazione continua di cenere, magari nei nostri ragazzi che stanno più all’aria aperta durante i fenomeni». «Altro punto della ricerca – ha aggiunto – può indirizzarsi allo scopo di riscontrare se a causa proprio della cenere si sviluppino alcune patologie in percentuali superiori ad altre aree della penisola. Ma uno degli obiettivi più significativi e importanti del progetto che stiamo per avviare, oltre alla diagnostica, riguarderà anche la possibilità di individuare opportunità scientifiche per curare queste patologie che potrebbero emergere dallo studio, producendo allo stesso tempo degli antitodi sempre nell’eventualità che la cenere, al termine dello studio, venga riconosciuta come pericolosa».

Quanto ai tempi di realizzazione del progetto il presidente del Cnr ha detto che allo stato non c’è da inventare nulla, ma solo da mettere in sinergia, in una strategia comune, ricerche tra l’altro già esistenti sul territorio.

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