Catena Fiorello: «Chi uccide le donne tradisce il suo sangue»

Di Agata Patrizia Saccone / 21 Aprile 2017

“D’un ventri di ‘na fimmina nascii; fimmina puru iu, e mi nni vantu. Fimmina, comu la Madonna. Fimmina comu la terra; e fimmina vulissi rinasciri ancora simmai mi fussi concessu di scegliri ppi la secunna vota. A tia masculu ca ti fai chiamari omu, ‘na sula preghiera: prima ca’ pigghi un cuteddru, o mi tiri un cazzottu, ricordati ca puru tu fusti crisciutu pi novi misi intra a stu corpu. E si ammazzi a mia, e comu si tradisci lu to’ stissu sangu…».
Con questi versi contro la violenza sulle donne la scrittrice siciliana Catena Fiorello apre il suo nuovo Picciridda, il romanzo che a distanza di undici anni ha deciso di riscrivere e rieditare. «Ho deciso di riscrivere Picciridda non solo perché, tra quelli scritti, è il romanzo che più mi sta a cuore – afferma la Fiorello – ma anche perché sono cambiata io ed è cambiata Lucia, la bambina protagonistadel romanzo. Tutto cambia, così come afferma la nonna della protagonista del libro, lassa fari o tempu ca’ tuttu cancia”.

Nella nuova versione del romanzo, rieditato dalla Giunti editori (ndr ricordiamo che la prima edizione è stata edita dalla Baldini & Castoldi), la scrittrice afferma di aver sentito la necessità anche morale di presentarsi ai lettori in una veste totalmente nuova. “In questi undici anni trascorsi le tematiche di questo romanzo si sono evolute – continua la Fiorello – il corpo della storia è rimasto uguale ma tutto il resto è cambiato… le emozioni si sono trasformate».

Catena Fiorello decide di riscrivere il romanzo che più le sta a cuore, “Picciridda” del 2006. Il personaggio del libro come viene visto oggi da lei che certamente ha una visione anche più matura?
«Oggi avere la consapevolezza di cosa sia il viaggio dei migranti è ancora maggiore rispetto a quella che potessi avere nel 2006, il motivo che allora mi indusse a trattare il tema era meramente di interesse e ricerca. Oggi il fenomeno migrazione è diventato un’emergenza, una necessità che riguarda il globo, si emigra in blocco alla ricerca di una dignità. E’ un problema che non deve più riguardare solo una categoria di persone ma noi tutti, non ci si può permettere di chiudere gli occhi e far finta di niente! Quindi la differenza per quel che mi riguarda consiste nel fatto che prima era una tematica che riguardava la necessità dell’uomo, adesso è un emergenza».

A proposito di migrazione, questo è un momento storico assai difficile in cui molti Paesi contrastano il fenomeno dei flussi migratori alzando anche muri divisori come nel caso degli Stati Uniti…
«Credo che metaforicamente parlando è come se si cercasse di bloccare il flusso sanguigno, è come bloccare la pioggia, insomma non si possono bloccare gli esseri umani in circolazione nel mondo per cui ritengo che il sistema adottato dal Presidente Trump alla fine gli si ritorcerà contro. Parlando di capacità di accoglienza, un popolo che bisognerebbe prendere come esempio è quello siciliano. Abbiamo dimostrato come, anche senza mezzi, riusciamo a tamponare, anche se non a curare, l’emorragia. Credo che il nostro modus operandi possa costituire un esempio da emulare su scala internazionale. In Sicilia il forestiero è l’ospite da onorare!».

Picciridda è un romanzo che racchiude tanti temi, tra questi il coraggio delle donne…
«Questo romanzo è “fimmina” perché parla di tante sfumature del mondo delle donne, all’inizio del romanzo ho inserito dei versi in siciliano che ne racchiudono l’essenza. Picciridda racconta come una bambina fragile e indifesa riesce, nonostante le avversità della vita, a diventare un capolaro di coraggio, di caparbietà e di bellezza anche interiore. Non è un caso, e nemmeno un miracolo, “se fossi caduta nel tappeto fangoso di due misteri chiamati violenza e ambandono non sarei mai più risalita e la Lucia che adesso concoscete non ci sarebbe proprio stata”. Questa frase che la protagonista del libro recita proprio nell’ultima parte significa che anche quando inciampiamo in qualcosa non bisogna mai buttarsi giù e perdere la speranza, la grandezza dell’essere umano consiste proprio nella capacità di sapersi rialzare. Il romanzo Picciridda è anche sceneggiatura e presto lo vedremo sugli schermi».

agatapatriziasaccone@gmail.com

Il libro e il film/ Bambina molto speciale
Una bambina speciale, una terra dura e struggente. Picciridda, secondo libro ma romanzo d’esordio di Catena Fiorello, pubblicato da Giunti in una nuova edizione rivista dall’autrice che esce 11 anni dopo la prima versione pubblicata da Baldini e Castoldi, è la storia di Lucia, figlia di emigrati, che vive con la nonna, burbera e austera in una Sicilia dei primi anni Sessanta, e, come tutti i bambini che non hanno fortuna, anche lei è “figlia della gallina nera”.
Quando i suoi genitori sono emigrati in Germania in cerca di fortuna hanno portato con sé solo il più piccolo dei due figli, affidando “la grande”, pur sempre picciridda, alla nonna paterna, ma Lucia, indimenticabile portagonista di questo romanzo, non accetta la condizione di una vita fatta di sacrifici e rinunce. Col passare dei mesi però l’esistenza della piccola portagonista si popola di persone e di affetti: le zitelle Emilia e Nora, l’amica del cuore Rita, la Massara Donna Peppina… Ci sono anche gli uomini, misteriosi e taciturni, un mondo da cui stare alla larga (come dice sempre la nonna) o tutto da scoprire (come sente Lucia). E proprio uno di quegli uomini nasconde un terribile segreto a cui la picciridda si avvicina sempre più, ignara di ciò a cui va incontro…
Del film esiste anche un progetto cinematografico della Sun Film le cui riprese dovevano già iniziare alla fine del 2016, location scelta Cefalù, ma che sono state poi rinviate. Nel cast erano stati annunciati Maya Sansa, Vincenzo Amato, Lina Sastri e Nino Frassica. Le tematiche del racconto diventeranno nel film occasione per affrontare con profonda sensibilità il tema della violenza sulle donne. Il film sarà realizzato in coproduzione con la Francia e la regia sarà affidata al giovane regista Paolo Licata.

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Pubblicato da:
Redazione
Tag: catena fiorello femminicidio libri migranti Picciridda