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Catania, voto di scambio in Consiglio?

Catania, voto di scambio in Consiglio? Comune invia gli atti all’Antimafia regionale

Musumeci aveva denunciato “sostegno di ambienti malavitosi”

Di Giuseppe Bonaccorsi |

Era lo scorso 1 febbraio quando il deputato regionale Nello Musumeci, in qualità di presidente della commissione regionale Antimafia, in un’intervista al nostro giornale, scosse la città con una dichiarazione forte e inequivocabile: «Come presidente della commissione regionale Antimafia – disse Musumeci – abbiamo ricevuto tre, quattro segnalazioni su consiglieri comunali che in campagna elettorale, da candidati, avrebbero ottenuto il sostegno di determinati ambienti malavitosi. Alcuni addirittura parenti e familiari di pregiudicati condannati per reati associativi. Non posso dire altro. Dico questo, senza configurare questa fattispecie in nessuna area politica, per dire che in questa città il voto non è sempre frutto di serena meditazione e riflessione, ma anche di piccoli interessi. E che questo voto di scambio – aggiunse Musumeci – sia presente nei quartieri periferici è risaputo, ma che possa e debba trovare nella nuova classe dirigente accoliti e propugnatori mi preoccupa tantissimo».

Da allora sono passati due mesi e mezzo e di quell’accusa non si è più parlato. Ma l’indagine parlamentare, di carattere esclusivamente politico amministrativa, è andata avanti e oggi trapela che una sotto commissione dell’Antimafia, composta dai deputati regionali Zito, Malafarina e Assenza e istituita ad hoc proprio per trattare il “caso Catania”, a giorni avvierà l’esame di alcuni voluminosi fascicoli trasmessi recentemente all’Antimafia dal Comune di Catania. Si tratta dei documenti relativi a risultati elettorali conseguiti al termine della campagna amministrativa del 2013, delle sezioni in cui si è svolto il voto con i relativi risultati e della dinamica geografica. E ancora la scheda di ogni consigliere e le dichiarazioni contenute all’interno, compreso il controllo della dichiarazione antimafia e di altri documenti attestanti se gli eletti hanno avuto condanne precedenti alla candidatura. Insomma una radiografia di ogni singolo componente dell’assemblea cittadina alla ricerca di eventuali riscontri alle denunce pervenute in commissione che sono alla base delle dichiarazioni rilasciate dal presidente Musumeci.

Al termine di questo lavoro la commissione stilerà una relazione che sarà inviata al presidente della commissione nazionale Antimafia, Rosy Bindi e al procuratore capo di Catania, Giovanni Salvi ai quali la commissione Antimafia regionale ha già trasmesso copia di tutti i documenti che alcuni mesi fa erano pervenuti all’organismo regionale e che verosimilmente denunciano episodi che farebbero riferimento al sostegno ad alcuni consiglieri. Va aggiunto che la presidente nazionale Rosy Bindi qualche tempo fa, in un incontro col presidente della Repubblica Sergio Mattarella, avrebbe parlato del lavoro della commissione regionale di Musumeci, accennando proprio alla vicenda dei presunti appoggi elettorali della malavita ad alcuni consiglieri catanesi. Allora le dichiarazioni di Musumeci suscitarono la netta presa di posizione dell’amministrazione e degli altri organi comunali. Il sindaco Enzo Bianco e la presidente del Consiglio comunale, Francesca Raciti, chiesero, in due lettere differenti, al procuratore Salvi «ogni approfondimento utile a fare massima chiarezza» sulle dichiarazioni del presidente Antimafia. «La città – scrisse Bianco in una nota – ha bisogno di capire e sapere notizie certe, lo meritano i tanti catanesi onesti che lavorano e vivono con la schiena dritta».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA