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Catania, le Piraterie di Francesco Pira alla Feltrinelli

Di Redazione |

Catania – Piraterie, edito da Medinova, il nuovo libro di Francesco Pira, giornalista, sociologo e docente di Comunicazione e Giornalismo all’Università di Messina verrà  presentato lunedì 28 gennaio 2019, alle 18, a Catania alla Feltrinelli, in via Etnea 283.

A conversare con l’autore, il dott. Antonello Piraneo, direttore responsabile del quotidiano “La Sicilia”, autore della prefazione; la prof.ssa Cristina Graziano, docente di Lettere e giornalista, autrice della postfazione; il dott. Antonio Liotta, presidente Medinova.

I diritti d’autore del libro Piraterie saranno devoluti alla LCIF (Lions Club International Foundation) per l’acquisto di vaccini per bambini del terzo mondo.

Il libro è un pretesto per parlare delle opportunità e dei rischi delle nuove tecnologie, argomenti affrontati nel testo. Le pagine dei giornali ed i servizi televisivi riportano quotidianamente, infatti, episodi di cronaca, legati soprattutto alle conseguenze, derivanti da  un uso improprio della rete e delle nuove tecnologie. Eppure accade di rado che vengano proposti servizi, attraverso i quali  creare delle valide occasioni per riflettere su quanto esse abbiano effettivamente condizionato e/o modificato la quotidianità di ciascuno. Internet, Facebook, Instagram  e gli smartphone hanno  fornito nuovi codici e nuovi linguaggi che di fatto hanno impostato la comunicazione su ritmi prima impensabili ed impostato le relazioni su modalità di interazione, dettate dal qui ed ora, dal tutto e subito.

In questo panorama, arriva come una meteora Francesco Pira, autore di “ Piraterie– riflessioni brevi di vita social” (Medinova pp. 136, euro 11), che in questo ultimo  libro ha raccolto 81 articoli, pubblicati  dal 17 gennaio 2017 al 16 settembre 2018, sul quotidiano “La Sicilia” in un’apposita rubrica, denominata PIRAterie, che ogni domenica si è meritata la Terza Pagina del giornale.

È  il primo volume che Pira pubblica con Medinova, l’intraprendente casa editrice di Favara, presieduta da Antonio Liotta. I due sono legati da una amicizia che si è concretizzata anche con una serie di collaborazioni culturali.

La copertina è già tutto un programma. Appare la faccia di un PIRA…TA dagli occhi buoni magistralmente disegnato da uno dei più grandi artisti siciliani, Nicolò D’Alessandro, palermitano collaboratore di Repubblica, che, da vero maestro d’arte ed eccellente intellettuale,è stato in grado di  nascondere dietro la faccia di questo PIRATA l’autore, giocando con il suo cognome.

La foto di Pira, presente nella quarta di copertina, è di una bravissima fotografa ed autrice di reportage straordinari in giro per il mondo, la taorminese Lidia Bolognari.

Un testo che nella sua prefazione porta la firma del giornalista Antonello Piraneo, un professionista della comunicazione, caratterizzato da onestà intellettuale e profonde doti umane che, unite alle sue competenze specifiche, lo rendono un punto fermo del giornalismo italiano, nonostante le tante variabili, le incertezze e la precarietà, in cui l’intero settore versa in questo periodo. Ed è proprio il direttore de “La Sicilia” a  sottolineare «l’importanza di questo volume che rappresenta non solo la compiuta raccolta di un anno di PIRAterie, ma soprattutto il momento di sintesi di un percorso intellettuale ed umano, nel quale chi legge si sente pienamente coinvolto. Un saggio interessante  ed originale per questo suo modo di porre la nostra società 2.0 e di porsi senza falsa retorica: le nuove tecnologie sono ormai parte di noi, caratterizzano la nostra quotidianità e garantiscono la fruizione personalizzata dei contenuti -sono le sue parole-. Francesco Pira da bucaniere “globalizzato” diviene protagonista di incursioni dell’intelletto che, con brio e un pizzico di ilarità, inducono  il lettore ad interrogarsi  sul suo rapporto con  i mezzi di comunicazione,  con gli smartphone, le applicazioni  per andare  insieme oltre il dato oggettivo che, supportato da solide basi teoriche, diviene occasione di una più approfondita analisi sociologica da vivere e condividere. Il piglio giornalistico regala istantanee nelle quali ciascuno ha la possibilità di rivedersi e, sorridendo, porsi delle domande”.

Il testo è suddiviso in dodici sezioni che sottolineano i tratti salienti del mutamento sociale in atto, commentando gli articoli che vengono riportati, in modo da  offrire per ogni macro-area  una chiave di lettura per mezzo della quale invitare   il lettore a riflettere sui suoi comportamenti e in questo modo magari porsi in maniera critica nei confronti delle nuove tecnologie e della rete.

«Ho ritenuto utile il contributo  che da giornalista oltre che da studioso e ricercatore -afferma  Francesco Pira-, ho potuto offrire attraverso degli articoli che siano capaci di restituire in modo semplice ed immediato gli oggetti delle mie ricerche così da scattare delle istantanee sulla nostra quotidianità, focalizzando l’attenzione su temi di grande interesse e che condizionano, seppure noi spesso non ne abbiamo consapevolezza,i nostri comportamenti e la nostra esistenza non solo di singoli individui, ma soprattutto le relazioni interpersonali».

E le ricadute sul tessuto sociale sono evidenti, come ha evidenziato Cristina Graziano, docente di Lettere e giornalista che firma la post-fazione: «Il fatto di cronaca, il dato scientifico, una ricerca condotta in qualsiasi parte del mondo sono stati “vissuti” quali occasioni di approfondimento sociologico da restituire alle “masse” con un piglio giornalistico di effetto grazie ad un uso fluido della scrittura  e ad un tono a tratti scanzonato che, costruendo con padronanza situazioni comunicative leggere, porta il lettore, pure quello distratto, a riflettere. E così il professore Pira, da novello Orazio, “denuncia” i vizi umani con l’obiettivo di concorrere a sviluppare un nuovo ispirato ai criteri dell’equilibrio e della misura nell’impiego delle nuove tecnologie. D’altronde «In medio stat virtus» sostenevano già i latini e la propensione a guardare avanti, dettata dal progresso e dall’individualismo, talora ci induce a perdere il nostro «essere umano».

La nota editoriale è firmata dalla giornalista Daniela Spalanca, responsabile comunicazione di Medinova: «Il lettore è guidato, automaticamente – scrive Daniela Spalanca- e quasi inconsapevolmente, verso un percorso comunicativo rivoluzionario che porta, però, senza un’attenta analisi ed una necessaria ironia, ad una involuzione del pensiero risucchiato, suo malgrado, in una centrifuga omologante che è la “società liquida” di cui ha parlato Zygmunt Bauman».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA