Catania, latitante arrestato dopo 13 anni per stupro di gruppo

Di Redazione / 13 Agosto 2020

CATANIA – Un latitante di Niscemi, di 30 anni, è stato arrestato dalla polizia all’Aeroporto di Roma-Ciampino, al rientro dall’Australia. Condannato alla pena di quattro anni di carcere dal Tribunale per i Minorenni di Catania per il reato di violenza sessuale di gruppo commesso con altri tre complici nel febbraio del 2007, a Niscemi, ai danni di una minorenne. Le indagini del Commissariato di Niscemi, coordinate dalla Procura della Repubblica per il Tribunale per i Minorenni di Catania, sono state avviate dopo la denuncia che la vittima ha trovato il coraggio di fare solo nel febbraio 2012: nonostante i cinque anni trascorsi, i fatti raccontati dalla giovane hanno fornito agli investigatori una solida base per riscontrare il grave episodio di cui era rimasta vittima ad opera di un gruppo di quattro ragazzi, due dei quali suoi ex compagni di scuola all’epoca tutti minorenni. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, la violenza è avvenuta seguendo un piano preordinato nel dettaglio, all’interno di un appartamento disabitato alla periferia di Niscemi dove la giovane è stata denudata e costretta a subire, immobilizzata, atti sessuali.


Il Gip del Tribunale per i Minorenni di Catania, con sentenza del 2013, confermata dalla Cassazione nel 2016, ha condannato tutti e quattro gli autori per violenza sessuale di gruppo: la pena è stata già scontata dai tre autori ad eccezione del trentenne (oggi arrestato) che, nel 2013, si è allontanato dall’Italia facendo perdere ogni traccia di sè. Dopo la condanna definitiva, nell’ambito del Progetto “Wanted” coordinato su scala nazionale dal Servizio Centrale Operativo (Sco) e mirato alla cattura di latitanti in ambito italiano ed estero, la Squadra Mobile di Caltanissetta e il Commissariato di Niscemi hanno intensificavato le ricerche dello stupratore e hanno riscontrato, attraverso la consultazione di un vecchio profilo Facebook, la pubblicazione di una foto profilo che lo ritraeva nella Baia di Sydney.

Il Servizio Per la Cooperazione Internazionale di Polizia della Direzione Centrale della Polizia Criminale ha immediatamente attivato i canali di cooperazione con il collaterale estero, collaborando -in sinergia con l’esperto per la sicurezza con sede a Canberra – alla localizzazione e al fermo del ricercato. A fine febbraio, il ministero australiano di Home Affairs ha disposto la revoca del visto di residenza temporanea e è stata attivata la procedura di espulsione con il rientro, oggi in Italia dell’uomo, scortato dal personale della ABF Australian Border Force e con il successivo trasferimento in carcere. 

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