Catania, il teatro Gamma mette in scena la sua versione di “Medea”

Di Redazione / 27 Agosto 2020

Catania – “Medea”, prodotta dal Teatro Gamma, in scena domani sera alle 21 nella corte del Castello Ursino, per la regia di Gianni Scuto, si discosta dall’originale euripideo, da cui è liberamente tratta: non c’è infatti il coro e non ci sono alcuni dei personaggi con cui la protagonista “dialoga” nell’originale; i fatti si evolvono così più velocemente, pur mantenendo integra la struttura drammaturgica della tragedia, mentre la narrazione degli antefatti è dischiusa già nelle battute di Giasone, di Creonte e della stessa protagonista, né esiste il ricorso finale al “Deus ex machina” (il carro del Sole) che salva la maga dall’ira di Giasone e dalla vendetta dei Corinti per condurla, suo malgrado, verso una definitiva ed irreversibile disperazione.

“Medea” si presenta così, falsamente, come una creatura quasi inconsapevole che muove il suo feroce umore sospinta esclusivamente dall’immenso baratro della sua gelosia, del suo odio per Giasone e del suo amor proprio, mentre il trascinatore degli argonauti, ormai in età non più giovanile, a tratti ambiguo ma forse anche dotato di un’ingenuità interessata e totalmente dipendente dalla personalità carismatica della donna, riuscirà solo alla fine a prendere coscienza di rappresentare solo un mezzo e un fine di una vendetta spudorata e feroce. Ma sarà troppo tardi: l’inevitabile finale con l’uccisione per mano della protagonista dei figli e con l’annientamento di Creonte e della sua giovane figlia sarà ormai cosa fatta.

Tra bambole, giocattoli, sangue, filtri magici e dialoghi sempre più incalzanti il rituale di morte sarà ormai compiuto e si trasferirà come sul pubblico reso attonito da un mito così cruento.

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