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Catania, ecco il palazzo della droga

Catania, ecco il palazzo della droga che ha messo d’accordo tre clan rivali

38 arresti a Librino: incassi da 30 mila € al giorno / VIDEO

Di Redazione |

CATANIA – Dopo il supermarket della droga smantellato dai carabinieri nel quartiere di San Cristoforo, dove migliaia di catanesi si rifornivano di marijuana e cocaina, arriva un’altra maxi retata, stavolta nel quartiere di Librino, dove è stato scoperto dalla polizia un intero palazzo gestito da tre clan rivali che spacciavano marijuana, cocaina ed eroina con un giro d’affari così grande da mettere tutti d’accordo. Su delega della Procura Distrettuale etnea, la squadra mobile della polizia di Catania ha eseguito misure cautelari nei confronti di 38 persone (tre sono acnora ricercate) ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, reati in materia di armi, intestazione fittizia di beni. Con l’aggravante di avere agito avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e di omertà tipiche delle associazioni mafiose Santapaola-Ercolano, Cappello-Bonaccorsi e Cursoti Milanesi. I tre gruppi legati alle organizzazioni criminali avrebbero gestito lo spaccio di droga che avveniva, con un giro d’affari complessivo da circa 30mila euro al giorno, all’interno di un isolato nel popoloso rione di Librino a Catania. Una banda vendeva la sostanza stupefacente utilizzando dei secchi di plastica “calati” con una corda dai piani del palazzo di viale Moncada 16. La vendita di marijuana, cocaina ed eroina, e soprattutto i loro introiti, avrebbe messo d’accordo tre gruppi storicamente rivali, tanto da creare tre “piazze di spaccio” diversificate all’interno del grande stabile di edilizia popolare di Librino senza “guerre” tra “concorrenti”. Secondo la Dda della Procura di Catania, nel “casermone” di edilizia popolare di viale Moncada 16 «operavano tre diverse organizzazioni criminali di stampo mafioso: la prima, promossa dai fratelli Salvatore e Bernardo Alessandro Tudisco e Angelo Guzzetta, riconducibile alla cosca Cappello-Bonaccorsi; la seconda capeggiata da Giovanni Battaglia, collegata all’associazione Santapaola-Ercolano; e l’ultima, diretta da Mario Russo, coadiuvato dai nipoti Mario e Salvatore Cantone, riferibile ai Cursoti Milanesi». Il palazzo era protetto da un articolato sistema di tipo militare di vedette, che era in comune tra i tre gruppi che per il resto erano completamente indipendenti. La squadra mobile ha anche eseguito il sequestro preventivo disposto dal Gip di 2 fabbricati, un terreno, di un chiosco-bar, numerosi conti correnti bancari, sei auto e tre moto. Durante le perquisizioni, la polizia, in casa di uno degli indagati, Bernardo Alessandro Tudisco, ha trovato e sequestrato oltre 30.000 euro in contanti mentre in casa di un altro degli indagati è stato trovato un vero e proprio trono, simile a quello del boss del narcotraffico del film Scarface. Non è la prima volta che poltrone di questo tipo vengono trovate in casa di boss della droga, che sembrano avere una vera e propria fissazione per il Tony Montana impersonato magistralmente dall’attore Al Pacino.

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