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Cassazione dà ragione a Berlusconi: ex moglie deve restituire assegno di divorzio
MILANO – Veronica Lario vive una condizione di “assoluta agiatezza”, che la ripaga del «sacrificio delle aspettative professionali» dell’ex attrice: non ha quindi diritto all’assegno di divorzio, che il tribunale aveva inizialmente quantificato in 1,4 milioni al mese. Il Cavaliere si aggiudica anche l’ultimo round: la Cassazione ha respinto il ricorso dell’ex signora Berlusconi, confermando la sentenza della corte d’Appello di Milano, che nel novembre 2017 aveva già accolto la richiesta del presidente di Forza Italia, alla luce del mutato orientamento della giurisprudenza, e ordinato la restituzione di quanto percepito dopo il divorzio, nel 2014, quantificabile quindi in circa 60 milioni.
Si chiude così una battaglia legale che ha posto fine all’unione trentennale tra l’imprenditore milionario, diventato negli anni uno degli uomini più potenti d’Italia, e la bellissima attrice (sposata poi con rito civile nel 1990), dalla quale sono nati i tre figli più giovani dell’ex premier, Barbara, Eleonora e Luigi. A fare da apripista alla vittoria di Silvio Berlusconi, è stato il verdetto con il quale a maggio 2017 la stessa Cassazione ha rivoluzionato i criteri sull’assegno di divorzio, disancorandoli dal «tenore di vita in costanza di matrimonio», nella causa tra l’ex ministro dell’Economica Vittorio Grilli e l’ex moglie Lisa Lowenstein. Una pronuncia che ha portato poi a una sentenza decalogo della Suprema Corte, che alcuni mesi dopo ha dovuto fissare i cardini della materia più spinosa del diritto di famiglia, riaffermando lo stop al «totem» del tenore di vita, ma bilanciandolo con il contributo del coniuge economicamente svantaggiato alla vita familiare. E questo criterio misto ha applicato ora la Cassazione, nel confermare la pronuncia della Corte d’Appello meneghina.
Nella causa Berlusconi contestava all’ex moglie di avere un patrimonio di 300 milioni di euro e che gli assegni versati a partire dalla separazione potessero considerarsi «mezzi adeguati». Lei obiettava che il suo patrimonio si era notevolmente ridotto, contestando lo «squilibrio enorme» tra le rispettive condizioni economiche. Anche se la signora Lario ha avuto «un ruolo prevalente, se non esclusivo, nella conduzione della vita familiare», per «la comune volontà dei coniugi di differenziazione dei ruoli all’interno del nucleo familiare», non è stata questa scelta – spiegano i giudici della prima sezione civile, nella sentenza redatta dalla giudice Maria Acierno e firmata dalla presidente Maria Cristina Giancola – a determinare lo squilibrio economico tra i due: la sua «enorme ricchezza personale», Berlusconi l’ha acquisita «ben prima del matrimonio» e non è stata «influenzata» dalla vita familiare. Anzi, «l’attuale condizione economica» della signora è già il “riconoscimento» della «funzione» svolta nei 30 di vita in comune. La Cassazione ha anche stabilito che il termine oltre il quale non doveva essere più versato l’assegno mensile di Berlusconi a Veronica era stato correttamente fissato in febbraio 2014: da quella data, quanto percepito non le è dunque dovuto. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA