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Caravaggio a Siracusa, passo indietro (con polemica) di Sgarbi
Siracusa, ultima fermata per il “Seppellimento di Santa Lucia”. Caravaggio rimette in garage le valigie già pronte e piene di autorizzazioni e polemiche e resta a guardare. «Tenetevelo pure, non sono più interessato al prestito, facciano ciò che credono». Il presidente del museo di Arte Moderna di Rovereto, Vittorio Sgarbi, con un colpo di scena getta all’aria il tavolo della discussione e rovescia sulla tovaglia improperi per chi ha affermato di non aver mai detto di aver firmato a sua insaputa l’appello perché il quadro restasse a Siracusa come Eva Cantarella, grecista, («ho firmato consapevolmente»), contro il fautore della raccolta firme Paolo Giansiracusa, contro quello che definisce un provincialismo intellettuale da paura.
Poi ghigna annunciando non soltanto di voler firmare egli stesso l’appello che contro il trasferimento, ma anche di essere pronto a sedersi sulla riva del fiume per annotare chi, come e quando sarà in grado di restaurare il quadro, procurare una teca a prova di disfacimento e soprattutto riportare l’opera alla Borgata «salvandola dall’umidità della chiesa di Santa Lucia alla badia che lo sta consumando». Tocca di striscio le affermazioni dell’assessore ai Beni Culturali della provincia autonoma di Trento Bisesti secondo il quale «gli aspetti contrattuali sono in via di definizione (…) anche se ancora ad oggi non sono stati sostenuti costi»: «La somma complessiva per la mostra, 650 mila euro, è stata approvata un anno fa: Bisesti non sa cosa dice. Però un anno fa c’èra, con me e Musumeci, il presidente della Regione Siciliana, quando ne abbiamo parlato».
E ribadisce: «Il Mart avrebbe messo 350 mila euro per il restauro e per la teca di protezione, cosa che a Siracusa non si è fatta per 15 anni. Sono sicuro che tra 10 anni i promotori della raccolta firme per evitare lo spostamento momentaneo del “Seppellimento” saranno ancora lì a parlarne, senza che nulla si sia fatto». Torna sulla promessa di denuncia ai danni del professor Giansiracusa «per balle: si sostiene che sarebbe l’eventuale trasferimento a danneggiare l’opera, quando invece è acclarato che a danneggiare il quadro sia stata e sia proprio l’umidità in cui è attualmente esposto».
Da qui la decisione – provocatoria – di firmare egli stesso l’appello contro il trasferimento del “Seppellimento di Santa Lucia” ma soprattutto di dichiarare che «il fondo per l’operazione, da questo momento, non c’è più. Ritiro la richiesta, se la sbrighino le autorità locali. Ma non smetterò di ricordare che la Cantarella è stata vittima di una frode: le è stato detto che il danno dipende dai trasporti, quando invece il danno è locale e ambientale a causa dell’umidità della chiesa». Sulla rinuncia del presidente del Mart l’assessore comunale alla Cultura Fabio Granata si augura che «se Sgarbi non dovesse ripensarci, spero non si fermi il progetto della manutenzione del quadro, del box climatico e del trasferimento alla Borgata. Mi attiverò con l’assessorato regionale per mettere in campo un percorso alternativo. Resta però l’amaro in bocca per una mostra straordinaria sul ‘900 (quella con i capolavori che il Mart avrebbe prestato) che si poteva realizzare a Siracusa. Sgarbi troverà facilmente un altro Caravaggio, ma è evidente che avesse scelto il nostro a beneficio della città per recuperare il quadro e collocarlo definitivamente». Giansiracusa, alla notizia della rinuncia ha commentato sui social «lampi, tuoni, fulmini e saette e poi era una bombetta d’acqua».
Ma se il “Seppellimento” a questo punto non lascerà Siracusa, poco ne risentirebbe il Mart – sostiene Sgarbi – perché la mostra si farà lo stesso, con un’altra opera del Caravaggio in arrivo da Napoli da coniugare con Burri. «Con 350 mila euro – estremizza – di Caravaggio a Rovereto ne porto 6».
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