Cappella delle tre vergini, luogo misterioso di fede ed escursioni

Di Giovanni Musumeci / 06 Settembre 2017

La Sicilia possiede la più alta percentuale di territorio sotto tutela ambientale con numerose riserve naturali e cinque parchi regionali. Scopo di un parco non è solo preservare un ambiente, le sue emergenze naturalistiche ed architettoniche ma anche le identità culturali, le tradizioni, espressione di quel territorio anche quando sono “misteriose”. Nel cuore del Parco dei Nebrodi, in contrada Acquasanta, nel territorio del comune di Tortorici, in provincia di Messina, si trova un luogo sacro per le genti dei Nebrodi: la Cappella delle Tre Vergini. Questa “cappella”, ubicata a circa 1200 metri sul pendio di Monte Trearie, si presenta come una anonima casetta rustica caratterizzata dalla presenza sul tetto di una piccola croce di ferro. All’interno un altarino con una piccola pozza d’acqua sulfurea, vasi di fiori, numerose immagini sacre e due panche. Accanto un piccolo locale dove pendono dai muri degli ex voto.

L’altarino della cappella delle tre vergini, foto di Giovanni Musumeci

Questo misteriosa cappella, invita il visitatore a un religioso silenzio e porsi domande sulla genesi di questo luogo, gli ex voto e la storia delle tre verginelle. La storia o la leggenda, mi venne raccontata anzi cantata da un anziano – “chiù cà cuntari c’à pozzu cantari” disse – una sera d’inverno davanti ad un camino. Il territorio dove sorge la cappella era nel medioevo coperto da un fitto bosco. Un uomo era andato con le sue tre figlie a far legna. Aveva scelto questa solitaria zona, istigato dalla matrigna con il proposito di abbandonarle. Le fanciulle non si accorsero della fuga del padre. Col passare delle ore, disperate e sperdute, si resero conto della triste realtà. Al calare della sera si ripararono dietro un cespuglio. Alle prime luci dell’alba da quel luogo passò un cacciatore. Credendo che i rumori dietro il cespuglio fossero di un animale scoccò una freccia uccidendo una delle ragazze. Le due sorelle superstitit, terrorizzate, lo implorano di risparmiarle. Il cacciatore, preso dallo stupore e panico non volle lasciare testimoni. Inseguì, uccise e seppellì le fanciulle per far sparire ogni traccia. Col tempo delle tre ragazze si perse la memoria. Il padre, per il rimorso, era morto di crepacuore. Il cacciatore divenne pazzo, ogni notte riviveva quella straziate scena, le grida, il sangue e si suicidò.

Foto di Giovanni Musumeci

Un giorno due viandanti si fermarono in quel luogo per riposarsi. Uno dei due, che era cieco, avvertì il rumore dell’acqua provenire da dietro un cespuglio, trovò una pozza nel punto dove era state sepolte le tre fanciulle. Dopo aver bevuto e bagnato il viso ringraziò con sincera fede il Divino, in quel momento vide per la prima volta il colore del cielo e le tre verginelle. Quell’acqua gli aveva donato la vista. Il pio viandante andando per villaggi raccontò di quell’acqua miracolosa e delle tre verginelle. Ogni anno all’alba della prima domenica di agosto, da tutti i paesi dei Nebrodi e non solo, numerosi devoti a piedi o a cavallo si recano alla Cappella delle Tre Vergini per partecipare alla Santa Messa, pregare e rivolgere invocazioni davanti al piccolo altare. Secondo la tradizione, la polla d’acqua sulfurea, entra in effervescenza quando esaudisce le preghiere di chi si accosta con umiltà e sincera fede. Oggi la Cappella è diventata anche meta per trekker, biker e cavalieri attratti da questo luogo dove gli ex voto sono muti testimoni di una misteriosa e atavica fede popolare.

Gli ex voto alla Cappella delle tre vergini, foto di Giovanni Musumeci

gimeci@hotmail.it

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Pubblicato da:
Redazione
Tag: Cappella delle tre vergini nebrodi tortorici weekend