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Bce: studio, tassi negativi e Qe hanno fatto salire Pil e calare disoccupazione
Roma, 1 giu. – (Adnkronos) – Se la Bce non avesse adottato i tassi di interesse negativi, annunciato la sua forward guidance e varato l’articolato programma di acquisti (il Quantitative Easing) la crescita del pil dell’eurozona sarebbe stata significativamente inferiore (-1,1 punti nel 2019) così come l’inflazione (-0,75 punti) mentre il tasso di disoccupazione sarebbe stato di 1,1 punto superiore. La conferma dei benefici delle misure (talora contestate) varate dall’Eurotower durante la presidenza di Mario Draghi arriva da uno studio pubblicato oggi dalla stessa Banca Centrale Europea che ha misurato l’efficacia di queste politiche monetarie non convenzionali.
In particolare la ricerca evidenzia come i tassi negativi hanno “esercitato un’influenza considerevole sulla curva del debito sovrano” sulle diverse scadenze, con una risposta dei tassi di interesse a lungo termine “molto superiore” alle attese. Ma anche il Qe – conferma la ricerca – ha avuto un impatto notevole in particolare sulle scadenze più lunghe, con una ‘compressione’ della media dei rendimenti dei titoli sovrani a 10 anni di oltre 200 punti base dal 2015.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA