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Battiato, Emma, Mario Venuti, Giovanni Caccamo, Mario Incudine e Roberto Cacciapaglia a Milo per “Incontri d’estate”
La febbre era già cresciuta, in questi giorni, con le foto di Franco Battiato ed Emma Marrone a Donnalucata circolate sul web. Poi è stata la volta dei “selfie” di Mario Incudine e Giovanni Caccamo assieme al grande cantautore, rimbalzate di bacheca in bacheca su Facebook. Insomma l’aspettativa era quella del grande evento e, in questo senso, la serata non ha deluso. Già, perché, come hanno ricordato diversi artisti dal palco: «quando il maestro chiama, noi corriamo». Il primo appuntamento degli “Incontri d’estate” voluti da Franco Battiato a Milo (il prossimo è atteso per il 19 agosto con ospiti Giusy Ferreri, Roberto Cacciapaglia, i Bidiel, Luca Madonia e Alice) si è svolto all’Anfiteatro “Lucio Dalla” lunedì sera tra applausi scroscianti e standing ovation. A far registrare il tutto esaurito è stato un pubblico eterogeneo, formato da giovanissimi e appassionati di ogni età, arrivato da ogni parte dell’isola. La capacità del cantautore di Jonia di essere artista transgenerazionale, del resto, ha fatto sì che sullo stesso palco si riunissero musicisti provenienti da contesti molto diversi tra loro: c’è stato il nuovo cantautorato, con l’esibizione di Giovanni Caccamo (di gran lunga il più presente sul palco), la musica strumentale di Cacciapaglia, la Sicilia “cantata” e “cuntata” da Mario Incudine, i successi di Mario Venuti, fino al pop di Emma Marrone. Non sono poi mancati i duetti, che hanno visto il Maestro sul palco assieme a Caccamo e alla Marrone, anche se, da elegante padrone di casa, Battiato ha lasciato durante la serata ampio spazio ai suoi ospiti, ritagliandosi solo un piccolo spazio nel finale.
CACCIAPAGLIA E L’ALBERO DELLA VITA. Ad aprire il concerto è stato il compositore milanese Roberto Cacciapaglia, che ha proposto alla platea di Milo alcune riduzioni per pianoforte delle musiche da lui realizzate per il night show dell’Albero della Vita di Expo 2015, non a caso proiettato alle sue spalle. I suoi brani, a metà tra il minimale e l’armonizzato, hanno riscosso ampi consensi tra la platea che non ha mancato di alzarsi in piedi a fine set.
IL CANTAUTORATO GIOVANE DI GIOVANNI CACCAMO. Probabilmente in altri contesti lo abbiamo visto più rilassato (qualcuno, ad esempio, si sarebbe aspettato l’imitazione del Maestro che spesso fa capolino fra i suoi interventi musicali) ma, in ogni caso, Giovanni Caccamo è stato protagonista di una buona performance e per diversi aspetti vero perno centrale della serata. Il cantautore modicano si è seduto al pianoforte e ha salutato la platea ricordando la lettera che lo ha fatto “scoprire” e poi “lanciare” proprio da Franco Battiato, e intonando Silenzi. Poi ha continuato con Via da qui, scritta per lui e Deborah Iurato da Giuliano Sangiorgi, Adesso e qui (Nostalgico presente), brano che il cantautore modicano ha invece scritto per Malika Ayane, e Ritornerò da te, suo primo successo sanremese. A cantare le canzoni sono soprattutto i giovanissimi, ma i brani si fanno apprezzare anche dagli amanti del cantautorato più “tradizionale”, complice anche una veste (pianoforte e voce) meno “pop” per quanto riguarda gli arrangiamenti.
LA SICILIA DI MARIO INCUDINE. Probabilmente è stato uno dei momenti più coinvolgenti della serata. L’ennese Mario Incudine – accompagnato sul palco dalla sua band formata da Antonio Putzu (fiati), Antonio Vasta (fisarmonica e zampogna), Emanuele Rinella (batteria) e Pino Ricosta (basso) – ha rotto il ghiaccio con due estratti dal suo apprezzato album Italia talìa e ha poi ricordato il sessantesimo anniversario dal disastro di Marcinelle con una rilettura de Lu trenu di lu suli di Ignazio Buttitta. Del resto avevamo già visto Incudine tra i protagonisti dello spettacolo teatrale “262 vestiti appesi” del catanese Alessandro Idonea che raccontava proprio della sorte dei minatori italiani periti l’otto agosto 1956. A chiudere il set sono state, invece, la ritmata Vuccuzza di ciuri (traduzione in siciliano del capolavoro di De Andrè, Bocca di Rosa) e il tributo al “padrone di casa” con una personale e intensa cover di Stranizza d’amuri.
L’ELEGANZA DI MARIO VENUTI. Il cantatore catanese è salito sul palco da solo, cosa che avrebbe potuto far presagire un’interruzione del crescendo che fino a quel momento si era creato, ma ha ben aggirato l’agguato proponendo al pubblico un condensato dei suoi successi, virando al contempo l’atmosfera dall’irruenza della band di Incudine all’eleganza dei suoi brani proposti per chitarra e voce. Da Fortuna all’apprezzata Crudele, passando per Mai come ieri fino alla sanremese A ferro e fuoco non c’è stata canzone che non sia stata cantata coralmente dal pubblico di tutte le età. EMMA MARRONE. È stata senza dubbio l’artista più attesa dai giovanissimi, che ne hanno urlato il nome per tutta la serata e che probabilmente avrebbero gradito una presenza un po’ maggiore sul palcoscenico. Emma Marrone ha salutato il pubblico etneo con una versione acustica di Che sia tu, scritta da Alessandra Merola ed estratta dal suo ultimo album. Ad accompagnarla al pianoforte è stato il maestro Angelo Privitera. Ben riuscito anche il duetto con Giovanni Caccamo in Finalmente, scritta per lei dal musicista siciliano assieme ad Alessandra Flora.
I DUETTI DI BATTIATO. Il maestro è entrato in scena a margine della serata, regalando ai presenti una cover de La sua figura, un brano di Giuni Russo del ’94 (tratto dai testi di San Giovanni della Croce) che ha interpretato assieme a Giovanni Caccamo. Il finale è stato invece firmato da Battiato assieme ad Emma: i due cantanti hanno interpretato Le nostre anime, uno degli inediti che arricchiscono l’omonima antologia pubblicata a novembre 2015 e che raccoglie il meglio della produzione dell’artista. Composizione ispirata, tanto nella musica quanto nel testo, la canzone narra del tragitto di due anime che, dopo essersi separate in gioventù, si ritrovano in vecchiaia purificate e proiettate verso altri mondi di “pace e amore”. E, in questo senso, non si sarebbe potuto chiudere in modo migliore, anche se il pubblico gridava ancora e certe serate vorrebbe non finissero mai.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA