ROMA. Comincia ad entrare nel vivo la partita che porterà nei prossimi mesi alla nascita della nuova Aspi pubblica. Il primo vero momento chiave è giovedì, con la presentazione da parte di Aspi del nuovo Piano economico finanziario, ma in attesa dei numeri che consentiranno di iniziare a definire meglio i primi dettagli dell’operazione, le grandi fondazioni hanno fatto un primo punto con Cdp per avere almeno a grandi linee il quadro della situazione.
All’incontro “virtuale” c’erano il presidente di Cassa, Giovanni Gorno Tempini, l’A.d. Fabrizio Palermo, il direttore dell’Acri Giorgio Righetti e tutte le fondazioni azioniste di Cdp (con il 15,93%), tra cui Compagnia San Paolo e fondazione Crt, rappresentate dai massimi vertici, che chiedevano di fare un primo punto sul progetto “sancito” dal Cdm notturno del 14 luglio. L’incontro, secondo quanto si apprende, è stato interlocutorio e dalle fondazioni sarebbe emersa una generale disponibilità a partecipare all’operazione non appena saranno disponibili i dettagli concreti. Il dossier Aspi sarà anche al centro di un Cda di Cdp, atteso in settimana.
Il progetto, intanto, è ancora in fieri, ma tra sette giorni dovrà essere messo nero su bianco almeno nella sua cornice e con un cronoprogramma dei prossimi mesi: per il 27 luglio è atteso infatti il Memorandum of understanding tra Cdp e Atlantia che darà il via ufficiale all’operazione. Cresce intanto l’attesa per i dettagli del nuovo Piano economico finanziario di Autostrade per l’Italia, che la società presenterà giovedì al ministero delle Infrastrutture. Piano che, secondo le richieste del Mit, dovrà contenere gli elementi anticipati dal concessionario nella proposta transattiva, dagli interventi compensativi senza effetto sulla tariffa per un importo di 3,4 miliardi al programma di investimenti sulla rete autostradale pari a 13,2 miliardi di euro, incrementabili fino a 14,5 miliardi, fino alla consistente riduzione della tariffa. Si guarda al piano anche per conoscere voci chiave come tariffe e remunerazione degli investimenti, che saranno fondamentali per permettere di definire il valore dell’azienda (stimato tra i 6 e i 10 miliardi), che è il vero snodo intorno cui ruota l’operazione.
Una partita che fa gola a molti: dai fondi stranieri come Blackstone, che in Italia ha già investimenti per 4 mld all’australiana Macquarie.