È l’obiettivo di “Monofest, Foodtheatre”, la rassegna ospitata dal Piccolo Teatro di Catania, che a partire dalla fine di dicembre proporrà cinque appuntamenti con testi inediti della drammaturgia contemporanea a cui di volta in volta saranno associati altrettanti food-concept realizzati dagli studenti dell’Istituto Alberghiero “Karol Wojtyla” di Catania.
«“Monofest Foodtheatre” crea un connubio tra due piaceri della vita: il cibo e l’arte», spiega l’attrice catanese Valeria Contadino responsabile dell’associazione culturale Nora 2.0 e ideatrice della rassegna insieme con Orazio Torrisi del Teatro della Città. «Nel contempo questa rassegna promuove un’importante sinergia con il mondo della scuola – continua l’attrice – Saranno gli allievi dell’Alberghiero a creare, seguendo il tema degli allestimenti scenici, originali situazioni gastronomiche che daranno al pubblico la possibilità di un’esperienza emotiva e sensoriale coinvolgente e totalizzante. Per gli studenti sarà, inoltre, l’occasione concreta di una pratica professionale, quella della cucina, che con il teatro condivide la dimensione imprescindibile dell’artigianalità».
Con una formula che sembra rifarsi ad alcune provocazioni del “Manifesto della cucina futurista” di Marinetti, le degustazioni attraverseranno gli eventi teatrali, prima, durante e dopo, per conquistare una fetta di pubblico più aperto alle sperimentazioni.
«Certamente – aggiunge Valeria Contadino – uno dei nostri obiettivi è creare una situazione innovativa e versatile, nella forma e nei contenuti, che attiri un target più giovane di spettatori, sollecitati a scoprire una drammaturgia contemporanea anche attraverso intriganti percorsi culturalgastronomici».
E non si poteva che partire dal caffè, l’esotica bevanda che, puntuale e immancabile, inaugura le nostre frenetiche giornate e ne scandisce le pause. Ad aprire la rassegna il 29 dicembre sarà, infatti, la prima assoluta dello spettacolo Monologhi di una caffettiera tratto dall’omonimo racconto di Lia Alibrandi e interpretato dalla stessa Contadino.
«È una messa in scena particolarissima, di carattere surreale, in linea con un racconto che procede per metafore e fa di una caffettiera l’eccentrica protagonista della pièce. In quell’occasione, gli studenti del “Wojtyla” delizieranno gli spettatori con degustazioni e aromi che faranno da tappeto olfattivo a quanto avverrà in scena».
Stanca della solita routine, al servizio di uno svagato scrittore chiuso nel suo mondo di sogni letterari, una moka a due tazze, panciuta e piacevolmente d’antan, decide di sospendere l’infaticabile attività per abbandonarsi a divagazioni filosofiche. Parole e pensieri in libertà evaporano dal becco della caffettiera mentre il mondo degli oggetti da cucina intorno a lei prende a vivere, sperimentando visioni poetiche ed emozioni inedite con sorprendenti effetti di straniamento.
«La caffettiera comincia i suoi monologhi, semina il dubbio sulle poche certezze della vita, medita su un orizzonte di sospirata felicità, per concludere con molto buon senso che è il caso di accontentarsi di una condizione imperfetta. È un viaggio immaginifico, originalissimo in virtù di questa prospettiva che attribuisce un’anima agli oggetti del nostro quotidiano. Quello del caffè della mattina è, del resto, un rito importante e molto personale che ci traghetta dal mondo dei sogni alla realtà, che ci dà energia, ci conforta, ci aiuta un po’ a vivere».