Archeologia, gli scavi di Entella svelano nuovi segreti sull’antico popolo siciliano degli Elimi

Di Redazione / 08 Ottobre 2020

PISA – Rinvenute testimonianza di alcune forme di religiosità e culti praticati nei secoli IV-III a.C. e tracce importanti di una strada di età romana tardo-repubblicana o proto-imperiale nel sito archeologico di Entella, una delle antiche città della Sicilia tradizionalmente attribuite agli Elimi, oggi nel territorio comunale di Contessa Entellina (Palermo).

Con la partenza degli ultimi tecnici e studenti – rimasti a Contessa Entellina dopo lo scavo per la consueta attività di documentazione e la campagna fotografica nel locale Antiquarium – si è chiusa il 3 ottobre la missione della Scuola Normale di Pisa e del Laboratorio Saet a Entella.

Nel segno di una tradizione che contraddistingue la presenza della Normale in Sicilia da più di trent’anni, anche quest’anno storici e archeologi hanno lavorato fianco a fianco, interrogando, dai loro diversi e complementari punti di vista, un’area archeologica complessa e affascinante. E ancora una volta l’antica città, con il suo passato lungo e stratificato, ha rivelato qualcosa di più di se stessa.

L’area centrale, quella che conserva le presenze insediative al momento più antiche (VI secolo a.C.) – ma anche tracce di passaggio antropico risalente all’età eneolitica -, ha restituito nuove testimonianze di culti incruenti, atti di devozione della fine del IV-inizi III secolo a.C. che fanno conoscere forme di religiosità e culti praticati nella città in un periodo di poco anteriore ai noti decreti di Entella. 

Nell’area del palazzo fortificato medievale è tornata alla luce l’ampia massicciata che conduceva all’ingresso principale, ma sono emerse tracce importanti anche di una strada di età romana tardorepubblicana o protoimperiale (II secolo a.C. – inizio II secolo d.C.). I livelli ancora sottostanti hanno rivelato un imponente muro di terrazzamento in grandi blocchi di pietra locale (gesso), perfettamente squadrati e accuratamente messi in opera, che ci riconduce almeno all’età ellenistica.

Gli scavi si sono svolti sotto la direzione della dottoressa Rossella Giglio, direttrice del Parco Archeologico di Segesta, della professoressa Anna Magnetto, direttrice del Laboratorio Saet della Scuola Normale Superiore di Pisa, e della professoressa Maria Cecilia Parra dell’Università di Pisa.

I numerosi e notevoli reperti raccolti arricchiranno l’Antiquarium “G. Nenci”, a cui il Comune ha destinato ora una nuova e più ampia sede. La campagna fotografica che è stata condotta in queste settimane, consentirà di realizzare, nel corso dei prossimi mesi, un nuovo catalogo online del Museo, uno strumento che metterà a disposizione degli studiosi materiali di straordinario interesse e tutt’ora poco conosciuti.

La Scuola Normale e il Laboratorio hanno goduto di sostegni importanti. Il Parco Archeologico di Segesta, diretto da Rossella Giglio; l’Assessorato ai beni culturali della Ragione Sicilia, il Comune di Contessa Entellina, con il suo Sindaco Leonardo Spera, che ha rinnovato l’auspicio di una presenza stabile della Normale a Contessa, che si traduca anche in un’attività di formazione presso le Scuole; la Riserva Grotta di Entella; il proprietario di gran parte del pianoro di Rocca d’Entella, Antonino Colletti; la cooperativa Krimisos s.n.c., l’associazione Vivere Slow.

“Tutta la comunità di Contessa Entellina ha accolto e sostenuto la Missione archeologica – dichiara la prof- Anna Magnetto – dimostrando l’importanza delle attività di scavo e di ricerca non solo per la conoscenza della storia di un territorio, ma anche per la valorizzazione del suo presente”. 

Della squadra facevano parte, per il Laboratorio Saet, anche Alessandro Corretti, Chiara Michelini e Maria Adelaide Vaggioli, Cesare Cassanelli. Hanno partecipato gli allievi del corso ordinario e di perfezionamento della Scuola Normale Superiore, Giacomo Aresi, Leon Battista Borsano, Michele Gammella, Irene Nicolino, Stefano Sala e Flavio Santini; Michele Maurici e Caterina Lo Bianco, studenti delle Università di Pisa e Firenze.

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