Arancini, cipolline e cartocciate gusto etneo nel cuore di Bruxelles

Di Cesare La Marca / 23 Luglio 2016

BRUXELLES. Un pezzo di Catania nel cuore dell’Europa, un tratto di via Etnea a poca distanza dalla Grand Place, con le fragranze, gli aromi e i sapori della migliore tradizione gastronomica etnea e siciliana. Un progetto che è già realtà, nel pieno centro di Bruxelles, dove arancini e cannoli si sono già “fatti conoscere”, richiamando l’attenzione di migliaia di buongustai da svariati Paesi, residenti o turisti di passaggio dalla città che ospita le Istituzioni europee.

«I prodotti della nostra tradizione sono apprezzati in tutto il mondo – spiega il medico catanese Vittorio Taschetta, che fa parte del gruppo di professionisti e imprenditori etnei che hanno avviato questa scommessa – per questo tramite un consulente abbiamo deciso di effettuare un’analisi di mercato, da cui è emerso che a Bruxelles vi è la media scontrino più alta tra le capitali europee, e milioni di persone con alta capacità di spesa: da qui la scelta di aprire questo locale che più che un ristorante vuole essere un punto di riferimento per prodotti solo siciliani».

Cosa è possibile gustare di veramente catanese e siciliano nel vostro locale? «Innanzitutto la nostra tradizionale tavola calda, ovvero arancini al sugo, al burro e al pistacchio di Bronte, cipolline, cartocciate, pizzette, crispelle di acciuga e ricotta. Poi c’è tutta la pasticceria – aggiunge il dott. Taschetta -: dai cannoli ai panzerotti, dalle raviole agli iris alle minnette di Sant’Agata, dalle graffe preparate all’istante alle crispelle col miele di Zafferana. Oltre a questo c’è tutta la linea dei panini, preparati solo con nostri formaggi e salumi affettati sul momento come si faceva nel negozio di generi alimentari, senza dunque alcun prodotto preconfezionato. Quindi la ristorazione alla carta, che presenta menu con antipasti quali caponata di pesce spada, il pasticcio di melanzane con patate e mozzarelle, broccoli alla siciliana, polipette alla griglia, zuppetta di fagioli siracusani e caprese con burratina e basilico. Solo i cavatelli con cima di rapa non sono siciliani, perché così ha voluto il nostro  chef che è di Bari».

Insomma non mancano leccornie e grandi classici della nostra cucina e cultura gastronomica, il tutto condito con olio e vino siciliani, con in testa pasta alla norma, con le sarde, timballo di lasagne. Persino l’acqua è “catanese”. Sul fronte bevande, l’unica eccezione non catanese è la birra, che in Belgio ha la sua patria. Dopo tutte queste squisitezze, non possono mancare i dessert con cioccolato di Modica, e un bel caffé anch’esso di un’azienda etnea. «I posti di lavoro sono una quindicina – rileva ancora il dott. Taschetta -: al momento da noi lavorano un aiuto chef di Catania e cuochi e banconisti italo francesi».

Che clima si respira a Bruxelles dopo gli attentati terroristici che hanno mirato al cuore dell’Europa? «Ci sono stato di recente, la città è blindata e presidiata dall’esercito, con militari in assetto di guerra per garantire la sicurezza ai cittadini vicino agli ingressi e uscite della stazione e delle fermate della metropolitana, così come in aeroporto». Un aspetto che fa anch’esso parte di una scommessa insieme catanese e internazionale. Il locale si trova accanto all’ingresso della galleria Saint Hubert, 400 metri quadrati su tre piani, al cui interno hanno lavorato imprese edili, designer e artigiani siciliani, cosa di cui i responsabili di “Sicilierie” vanno molto fieri, come del giardino pensile al secondo piano, con piccoli alberelli di limone e sicilianissime piante di fico d’india. «Il primo bilancio è senz’altro positivo – conclude Taschetta -. In particolare ricordo un cliente che, dopo aver gustato un arancino con forchetta e coltello alle 9,30 del mattino, accompagnandolo con vino siciliano, è tornato a pranzo e la sera ci ha portato una tavolata di persone». 

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