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Antillo e Malvagna celebrano il maiale
Nel Messinese, tra sabato 2 e domenica 3 dicembre, c’è solo l’imbarazzo della scelta: il borgo della Val d’Agrò e quello della Valle dell’Alcantara ospitano le tradizionali sagre dedicate ai variegati prodotti suini
L’antica saggezza popolare la sapeva già lunga quando ha licenziato il noto modo di dire: “A far la barba si sta bene un giorno, a prender moglie si sta bene un mese, ad ammazzare il maiale si sta bene un anno”. Perché, come recita un altro popolare modo di dire, “del maiale non si butta via niente”: come è noto, in cucina non si usa non solo la carne ma anche la cotenna, poi le setole servono a fare i pennelli, e il grasso serve per fare il lardo e per altri usi.E sono due i paesi del Messinese che sabato e domenica celebreranno la festa del porco, una delle sagre più classiche in tutta Italia. Si tratta di Antillo e di Malvagna.
Ad Antillo, sul versante sinistro del torrente omonimo, si celebra la Sagra del maiale e del cinghiale. Nella valle d’Agrò, Antillo sorge a valle di uno scosceso monte in cima al quale si erge un imponente masso da tutti noto come “U casteddu”. Già dalle radici del nome del borgo pare che il popolo di Antillo sia esistito prima, appunto, degli altri limitrofi. Fino al 1845 dipendeva dal comune di Savoca. Ad Antillo si possono conoscere i modi di vita della civiltà rurale visitando il Museo della civiltà contadina. Sul monte Pizzo Monaco è collocata la Campana per la Pace, l’unica al mondo dedicata ai dispersi di tutte le guerre, simbolo di amicizia tra i popoli e di solidarietà.
Una panoramica di Antillo
La sagra di Antillo – che celebra salsiccia, salumi, porchetta, lardo, frittuli – vuole rivalutare un’attività – l’allevamento del maiale che, da sempre, è particolarmente diffusa tra gli antillesi e che, soprattutto nei periodi più difficili, ha rappresentato una delle componenti più rilevanti dell’economia del luogo. L’estensione della sagra anche ai prodotti derivati dal cinghiale è stata decisa per far conoscere e apprezzare la carne di un animale sempre più diffuso nel territorio. L’allevamento del maiale ad Antillo vanta una tradizione secolare. In tutta la Val d’Agrò un vero allevamento in massa del maiale esisteva solo ad Antillo tanto che il borgo ospitava tradizionalmente un frequentatissimo mercato domenicale ddî purcidditta e ddî gnarri, (i cosiddetti lattonzoli).
Malvagna ospita la Sagra delle frittole e del maiale. Anche qui, sia sabato, sia domenica, si degusteranno salumi, salsiccia, sughi e altre pietanze tipiche a base di suino. Domenica, nel pomeriggio e in serata, sfileranno e si esibiranno zampognari provenienti da tutta la Sicilia e dal sud Italia, in occasione del 2° Raduno interregionale di zampogne “Città di Malvagna”. Le frittole sono le cotenne e le parti connesse ad esse del maiale, cucinate, secondo tradizione per circa tre ore tra gli stessi succhi prodotti dai vari grassi dello stesso maiale (chiamati all’antica i sunsi). Oltre alle cotenne, in queste maxi pentole, (chiamata “a’razia”) andranno a cuocere le altre parti del maiale suddette: piede, orecchio, lingua, rene, coda, ma anche salsiccia e carne in genere.
Il centro storico di Malvagna
Malvagna gode di una posizione privilegiata nella Valle dell’Alcantara. L’aria salubre, il clima temperato e il territorio fertile convinsero molti vassalli della zona circostante a trasferirsi in questo nuovo borgo, che diventò poi anche Principato. Nel 1947 divenne Comune grazie alla scissione di quello di Lanza in quelli di Malvagna e Mojo Alcantara.Dal punto di vista culturale, la città offre la possibilità d’ammirare i resti del seicentesco convento dei Frati Minori e la Chiesetta bizantina a cella tricora risalente al VI-VII secolo denominata “Cuba”. Dal punto di vista naturalistico, la cittadina costituisce l’ideale via d’accesso del Bosco di Malabotta.
Le caratteristiche frittole
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