La giornata tipo di Angelo Tumello, vegan chef dal 2014, comincia presto. La sveglia suona alle 7 e dà il via ai rituali del mattino: barba, colazione, lista della spesa e poi di corsa al supermercato, dove l’occhio cade sugli ingredienti dei prodotti. Tant’è che da AbracadaBar vegan cafè di Catania si trova solo vegano. «Nel gennaio del 2014 sono stato il pioniere del primo bar d’Italia “vegan style” e sono partito da via Etnea. Quest’anno ho trasferito l’attività in via San Giuliano al civico 361 dove la cucina è 100% vegetale, arricchita da prodotti provenienti da aziende che non praticano la vivisezione», spiega con tono ufficioso lo chef mentre con l’indice punta il manuale del buon vegano, in bella mostra sul bancone del bar.
I dolci vegani
Solitamente mangiare vegano ha un certo costo ma non da AbracadaBar. «Le aziende che vendono le materie prime rincarano i prezzi – commenta Tumello -, ma un bar è un posto spicciolo. Sono stato il primo in Italia a convertire la colazione e la tavola calda tipica catanese nel gemello vegano. I prezzi? Da bar: la rosticceria costa 2 euro al pezzo, la colazione 1 euro. Dopo le 16, inoltre, applico la politica anti spreco, cioè dimezzo i prezzi per smaltire ciò che resta, senza il rimorso di buttare via qualcosa alla chiusura che è alle 18.30. Ma AbracadaBar Cafè è tanto altro: pasticceria, pizzeria, panineria, kebaberia e gelateria. Tutto 100% vegetale».
Una delle pietanze di AbracadaBar è la pizza vegana
Si è improvvisato alchimista del vegano a Catania quando ancora c’era poca conoscenza di questo mondo e, soprattutto, era inimmaginabile trovare un arancino al ragù vegetale nel bancone di un bar. È stato un esperimento difficile?
«Assolutamente no, anzi. Da questa innovazione ho tratto parecchie soddisfazioni e sebbene oggi quasi tutti i bar propongono vegano, AbracadaBar Cafè Vegan Bar ne mantiene la ristorazione esclusiva. Ci sono voluti dedizione, impegno e professionalità per trovare i giusti sostituti di tanti prodotti e la collaborazione della mia compagna Antonella, anche lei vegana, è stata indispensabile. Francesca, invece, è la nostra bar lady e arricchisce il locale della sua unicità. Devo molto anche a mio padre Antonino che ha messo al servizio di AbracadaBar Cafè Vegan Bar la sua esperienza trentennale nella ristorazione. È difficile improvvisare ricette e io ho trovato diversi ingredienti sostitutivi dopo parecchie prove, ma anche dopo uno studio approfondito delle aziende rivenditrici e della derivazione dei prodotti da loro venduti».
I cornetti vegani di AbracadaBar
Signor Tumello, alle pareti del suo bar ha appeso una lunga serie di aforismi motivatori. Ha forse l’intenzione di convertire al veganismo tutti gli avventori?
«Più che altro vorrei sfatare il falso mito per cui mangiare vegano, per molti, equivale ancora a privarsi della gustosità dei piatti della nonna. Le alternative alla carne e ai suoi derivati sono tantissime e permettono di realizzare piatti ricchi di sapore anche per gli onnivori. Leonardo Da Vinci era un buon vegano, tant’è che ha sempre sperato nell’avvento di “un tempo in cui l’uomo non dovrà più uccidere per mangiare”. Ho 32 anni e da 6 sono un vegano etico, credo cioè che non sia necessario uccidere un’altra vita per cibarsi. Il veganismo di AbracadaBar, dunque, è dettato dai principi di rispetto per la vita animale ed è basato sul pensiero antispecista e su una visione non violenta della vita».
Francesca, la giovane bar lady dell’AbracadaBar, e il panino vegano
Quali sono i suoi “pezzi” forti?
«L’arancino al ragù vegetale, la pasta alla carbonara, le linguine allo scoglio felice e la vegan ricotta, anche questa 100% vegetale. Molte ricette le ho sperimentate con fantasia e professionalità, altre invece le ho personalizzate. Oggi il veganismo è una presa di coscienza: a Catania stiamo aumentando di giorno in giorno».
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