Una Catania diversa: bagnata dal mare laddove oggi corre la ferrovia, ricca di palazzi che oggi non esistono più e intrisa di un fascino fiabesco e nostalgico. Questo quanto promesso dal progetto “Catania Sparita”, una pagina facebook che raccoglie immagini e video che documentano una città diversa da come la conosciamo.
«Sono sempre stato un appassionato di storia – ci spiega Armando Villani, l’ingegnere trentunenne che dal 2013 gestisce la pagina – e l’idea di questo progetto è nata parecchi anni fa, sfogliando i libri fotografici di Salvatore Nicolosi. Da catanese trovai davvero sorprendente come la città fosse diversa rispetto a quella che conoscevo. Il confronto con l’oggi era impietoso e quella che mi si presentava davanti era una Catania bellissima: senza la sporcizia di oggi e le strade aggredite dal traffico».
Come ogni progetto nato nell’era del 2.0, infatti, anche “Catania Sparita” non può che basarsi sull’interazione con gli utenti. Gli oltre settemila “mi piace” si traducono in una comunità particolarmente vivace, che contribuisce attivamente al progetto sia aiutando a localizzare, tramite i commenti, i luoghi “scomparsi”, sia inviando a propria volta materiale fotografico e video inediti.
«L’archivio della pagina – continua il curatore – include materiale che va dal 1846 ai primi anni 2000. L’importante è che il soggetto delle immagini – o dei video – sia qualcosa che ha fatto parte della città, donandole un particolare carattere, che oggi non esiste più». A rendere ancora più forte il confronto con l’oggi viene in ausilio la tecnologia di Google. Grazie a “street view” è possibile visualizzare in pochi clic l’aspetto attuale di uno degli scorci proposti.
Ma quanto lavoro richiede la gestione di un progetto del genere? «Attualmente – conclude Villani – lavoro alla pagina nel tempo libero. Una ricostruzione storica ancora più precisa richiederebbe un impegno maggiore che non credo di poter dedicare al progetto». In ogni caso, il prossimo step sarà per lui una piccola grande soddisfazione: «verso la fine dell’anno pubblicherò un libro con le foto più interessanti raccolte in questi anni, molte delle quali assolutamente inedite».
Nonostante per la sua mole non potesse certo passare inosservata e fosse già in piedi nei primi anni ’50 del ‘900 la villa, opera dell’architetto Francesco Fichera – tra i più importanti a Catania nel “secolo breve” – fu costruita tra il 1909 e il 1911 su commissione di Vincenzo Scannapieco. Nato a Vietri nel 1849 e morto a Catania nel 1931, nel 1874 Vincenzo Scannapieco, aveva trasferito la famiglia a Catania, dove aveva fondato, nel 1884, una fabbrica di legnami, con macchinari a vapore, che dava lavoro a 300 operai.
«Sebbene fosse nota la strada dove si trovava, via Duca degli Abruzzi – spiega Villani – nessuno riusciva a ricordarne l’esatta ubicazione, né era possibile ricostruirla dall’osservazione delle foto d’epoca per via delle incredibili trasformazioni che avevano interessato la zona. Dopo oltre un anno di ricerche bibliografiche e archivistiche e con la collaborazione degli eredi ho potuto verificare sulla cartografia catastale dell’epoca che si trovava all’odierno civico 65-69 (angolo via Falsaperla)». La villa fu demolita tra gli anni ’50 e ’60, sostituita da un condominio decisamente più anonimo.
Costruita dall’architetto Carlo Sada tra il 1892 e il 1895 in via degli Archi (oggi via Tomaselli 41) per il cittadino svizzero Francesco Morosoli. A questo fu poi dedicata la via Morosoli, ancora oggi esistente, che correva lungo il lato nord della villa stessa. Fu demolita nel 1955-60.