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Alitalia, chi c’è dietro il “Signor Q”? Il guru etneo che incontrò Gentiloni

Di Mario Barresi |

Breve riassunto delle puntate precedenti. Nell’edizione di ieri avevamo raccontato lo strano caso della Digital Shell, start up catanese catapultata sulle cronache nazionali per alcune «fatture sospette». Nulla che possa incidere sulla voragine dei conti della compagnia aerea, a giudicare dai numeri. Confermati dalla stessa Alitalia: alcune fatture pagate («per un totale di 49mila euro») e di «altre in sospeso, per un importo di 206mila euro». Ma l’elemento più curioso è l’identikit dell’azienda, fornitrice di servizi alla divisione “Information&Technology” di Alitalia: costituita il 9 maggio 2016 e iscritta al registro camerale dal successivo 20 maggio, la Digital Shell (capitale sociale di 500 euro per «consulenza nel settore delle tecnologie dell’informatica») è protagonista di una rapidissima ascesa, diventando partner privilegiata dell’ex compagnia di bandiera. La sede sociale della Digital Shell è a Catania, in via Ardizzone Gioeni 38. Ma senza uffici: a quell’indirizzo soltanto la targhetta dell’azienda, nella cassetta della posta di un dottore commercialista che smentisce ogni coinvolgimento diretto. In questo contesto, l’altro elemento stonato è l’identità del titolare dell’azienda: Quintilio Nicolosi, 65 anni, catanese, ex militante di estrema destra, che i vicini di casa del quartiere di Canalicchio definiscono «un onesto lavoratore nel settore del commercio di prodotti per caffè». Nicolosi risulta amministratore unico di un’altra società appena costituita: la Free Mind Foundry Srl, che si occupa di attività immobiliare.

Sulle tante anomalie apparenti di questa storia, mentre Alitalia conferma che «proseguono le verifiche sui rapporti con Digital Shell», fino a ieri negli uffici della Procura di Catania non risulta aperto alcun fascicolo d’indagine. Ma noi abbiamo proseguito la nostra inchiesta. Scoprendo chi è il “Signor Q”. Quintilio Nicolosi avrebbe un legame di parentela acquisita (è il compagno della madre) con un top manager catanese: Simone Massaro, 41 anni, Ceo della BaxEnergy, che «fornisce soluzioni innovative ad alto contenuto tecnologico nel campo delle energie rinnovabili».

Tornato sotto il Vulcano dopo aver girato il mondo, Massaro (che, dopo aver lavorato alla Nasa, è entrato anche nel board di Microsoft) ha messo su un colosso. Dalle energie rinnovabili l’impresa si è espansa a videogame e Iot (Internet of things): «Se guardiamo tutto il gruppo, ci sono più di 120 persone impiegate tra Catania, che è il centro principale, e Siracusa, Esposende in Portogallo, Johannesburg in Sudafrica, Berlino in Germania, Pune in India. Anche a Palermo abbiamo dei piccoli team». Così raccontava al nostro giornale lo scorso 13 marzo, alla vigilia della visita del premier Paolo Gentiloni. Che volle incontrare l’ingegnere-fenomeno nella visita alla sede Enel di Catania. In quella occasione, Massaro gli presentò – davanti ad autorità assortite – l’Innovation Lab in collaborazione con Enel. Ed è proprio in questo contesto che – come ci confermano anche fonti Alitalia – nasce la “scintilla” che porta la minuscola Digital Shell nella lista-fornitori della I&T (guidata dal sicilano ex Enel, Roberto Tundo) della compagnia aerea. «C’era la massima fiducia rispetto all’ingegnere Massaro, che è considerato un guru mondiale dell’informatica», si lasciano scappare a Roma.

Ma la tracciabilità del rapporto fra il “Signor Q” e la BaxEnergy (confermata anche dai profili di alcuni ingegneri informatici che risultavano al lavoro con la Digital Shell) non scioglie tutti i nodi di questa vicenda intricata. Oltre che intrigante. Perché il top manager intesta la start up informatica al compagno della madre? Una «tradizione angosassone», come sostiene qualcuno? O che altro? E il fondo immobiliare nei locali del Credito Siciliano di Acireale? Probabilmente il prodromo di un incubatore d’impresa da avviare entro l’estate. Ma perché con una Srl intestata allo sconosciuto Nicolosi? Anche ieri abbiamo provato a cercare altre risposte. Dai diretti interessati. Senza fortuna. Ma non ci arrendiamo.

Twitter: @MarioBarresi

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