Alessandro Preziosi non solo teatro «Innanzi tutto la solidarietà»
Alessandro Preziosi non solo teatro «Innanzi tutto la solidarietà»
L’attore in questi giorni in Sicilia racconta anche il suo impegno nel sociale
Impegnato a teatro nei panni di un “Don Giovanni” (in scena Al Massimo di Palermo fino a domenica scorsa ha registrato un successo straordinario) seduttore arrogante e accattivante, reduce dal successo televisivo (su RaiUno) della fiction «Tango per la libertà» con Rocio Munoz Morales e Anna Valle, Alessandro Preziosi è anche testimonial dell’Associazione «Adricesta Onlus» che si occupa di donazione e trapianto di cellule staminali nei bambini e negli adolescenti. «Un impegno importante – spiega Alessandro Preziosi intervenuto ad un aperitivo di beneficenza al Caffè del Teatro Massimo di Palermo organizzato dalla sede siciliana della Adricesta – che deve coinvolgere tutti. Ognuno di noi anche con una piccola offerta può contribuire a migliorare la vita di tanti bambini e adolescenti. Sono qui stasera per coinvolgere i palermitani in questo grande progetto di solidarietà» – Quali sono le iniziative più significative che state promuovendo? “Al Policlinico Umberto I di Roma l’Associazione ha inaugurato il progetto “Un buco nel muro” in aiuto dei bambini ospedalizzati e affetti da gravi patologie e poi “Un sogno in corsia” che prevede il coinvolgimento dei bambini ricoverati in reparti di lungadegenza attraverso il disegno» – Cosa rappresenta per lei questo impegno? «I nostri progetti, portati a termine con serietà e precisione sono uno degli esempi più significativi della mia vita. Scoprire quanta generosità e impegno c’è dietro le iniziative di “Adricesta Onlus” è per me un arricchimento continuo» – Don Giovanni” a teatro, ma nella vita privata? «Quella fase credo sia finita, vivo un periodo professionale e privato di grande appagamento, magari continuerò ad essere inseguito dai fotografi ma mi interessa poco» – Cos’è l’arte della seduzione? «Avere la capacità di cogliere la bellezza delle cose e delle persone. Ovunque si trovi la bellezza rapisce». – Cinema e teatro, due modi differenti di esprimersi? «Due espressioni differenti ma un denominatore comune: la passione per il mestiere dell’attore. Credo in questo momento di potere esprimermi al meglio sia al cinema che a teatro, il “Don Giovanni” mi sta dando parecchie soddisfazioni sono davvero felice perché il contatto diretto con il pubblico è la massima gratificazione per un attore». – Progetti futuri? «Sto preparando la mia opera prima come regista cinematografico. Il titolo dovrebbe essere “La vita non fa per me” (uscita prevista nel 2017) ed è ispirato a un fatto di cronaca che mi ha colpito molto. La storia di Laura, una ragazza malata di depressione che in Belgio ha chiesto il diritto all’eutanasia. Mi interessa affrontare il tema del mal di vivere e realizzare un film che intende porre domande senza giudicare».