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Alessandro Mannarino: «La Sicilia è la mia casa artistica»

Di Mariella Caruso |

Che concerti saranno i tre siciliani?

«Diversi da quelli della prima fase del tour di Apriti cielo, con meno show teatrale e più canzoni da ballare. Saranno feste aventi come simbolo la bandiera di stracci colorati, già spot del nuovo album che sventolerò sul palco».

Perché porti in scena questa bandiera?

«È il mio modo di riappropriarmi dei colori e della speranza, è il superamento delle ideologie. La mia è fatta con ritagli di altre bandiere, un lembo di quella dei pirati, pezzi della stoffa di un mio cuscino e di altra roba che mi è appartenuta. Sono convinto che l’identità non ce la dia lo Stato, ma il rapporto con gli altri esseri umani e l’umanità di ognuno di noi. Per questo invito tutti a fare la propria bandiera, rigorosamente senza colori politici o simboli riconoscibili, e portarla al concerto».

Simboli e ideologie che però stanno invadendo la realtà anche con vessilli che sembravano dimenticati come quelli sfilati qualche giorno fa negli Usa a un raduno dei cosiddetti suprematisti bianchi…

«L’antidoto, di fronte alla violenza bruta, verbale e fisica, è cercare nella propria vita la bellezza e dare un senso alla nostra umanità. Purtroppo c’è gente malata contagiata dal virus di una certa politica, di una certa televisione. La rabbia viene dall’ignoranza, ma io credo ancora nell’umanità del genere umano. A questo proposito sarei curioso di vedere il comportamento reale di chi urla contro gli immigrati davanti a uno di questi ragazzi che sta annegando».

Un’ignoranza cavalcata anche per fini politici. Cosa si dovrebbe fare?

«Io faccio i miei concerti, sventolo le mie bandiere. La rivoluzione deve essere culturale, il pensiero è molto più forte delle armi. Chi, come me, scrive ha il compito di non perdere la speranza, quella che come un filo lega tutte le canzoni di Apriti cielo».

Tu ti circondi di donne, nei tuoi live sul palco c’è da sempre la catanese Simona Sciacca.

«Che è una delle donne meravigliose che stanno seguendo la propria rivoluzione. Sarà lei insieme a un ensemble folk con alcuni degli altri miei musicisti ad aprire i tre concerti siciliani con un tributo ad artisti siciliani tra cui Rosa Balistreri e Tony Canto».

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