CATANIA – Tradizione cristiana e riti dall’antico sapore pagano. Fede e folklore si mescolano in Sicilia in occasione della Settimana santa. Un racconto fatto di devozione e teatralità che ha preso il via oggi, domenica delle Palme, e che si anima in un susseguirsi di funzioni che rievocano la Passione, Morte e Resurrezione di Gesù Cristo.
Da un capo all’altro dell’Isola, dalle grandi città fino ai più piccoli borghi dell’entroterra, Madonne sontuosamente abbigliate e figuranti dolenti ripercorrono le tappe della via Crucis e affascinano turisti e cittadini. Rappresentazioni dall’intensa espressività gelosamente custodite di generazione in generazione per arrivare intatte alla porte della modernità. Spesso le rappresentazioni sono impersonate dai fedeli che raffigurano con grande pathos i momenti del Calvario di Gesù. La presenza attiva della gente è sentita a tal punto che, anche a livello emotivo, i sentimenti del dolore per la Morte prima e poi della gioia per la Resurrezione del Redentore, appaiono autentici per la teatralità che assumono nei vari passaggi del ciclo pasquale.
Tra le celebrazioni più antiche c’è sicuramente la processione dei Misteri di Trapani. Una tradizione lunga oltre 400 anni che si svolge il Venerdì Santo per concludersi il giorno dopo. Ventiquattro ore durante le quali la città si anima di luci e colori. Venti statue lignee sostenute da scheletri di sughero, che rappresentano le fasi della passione e della vita di Gesù, vengono portate a spalla dai fedeli per le vie della città.
Realizzati dalle abili mani degli artigiani trapanesi del XVII e XVIII secolo e addobbati con preziosi ornamenti e composizioni floreali, i simulacri sono fissati a una base lignea, detta “vara”, con un procedimento particolare che ne consente una certa oscillazione durante il trasporto. I portatori, i “massari”, conferiscono alla processione uno dei suoi aspetti più caratteristici, ‘l’annacatà, la caratteristica e ritmica andatura con la quale il gruppo procede seguendo le note delle marce funebri.
Stessa ritualità si svolge a Caltanissetta con la Processione dei Misteri del Giovedì Santo, nel corso della quale attraversano le vie della città sedici Statue raffiguranti le varie stazioni della Via Crucis.
Niente statue, invece, a Montelepre, in provincia di Palermo. Qui i protagonisti della processione dei Misteri sono circa 400 cittadini in costumi d’epoca. I figuranti che interpretano gli ottanta quadri con gli eventi più importanti dell’Antico e del Nuovo Testamento percorrono le vie del paese seguiti dall’Urna del Cristo Morto portata a spalla dai “civili” e dai ‘galantuominì e il simulacro della Madonna Addolorata avvolta da un manto nero e condotta dalle “maestranze”. La tradizione vuole che anche Salvatore Giuliano, prima di diventare un bandito, impersonò Re di Gerico, uno dei personaggi che dalla metà del 1700 vengono rievocati nella processione per rivivere il “mistero della salvezza”.
Piana degli Albanesi è pronta a rivivere la sua storica “Settimana Santa” che ha appena ottenuto, dal ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, l’inserimento nel programma delle manifestazioni di “Palermo Capitale italiana della cultura 2018” visto il “valore storico, culturale, artistico e turistico della Pasqua di Piana degli Albanesi”.
La manifestazione, molto sentita tra la comunità arbëreshë e capace di attrarre anche turisti da tutto il mondo, è stata presentata a Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea regionale siciliana che ha dato il patrocinio alla manifestazione. La Domenica delle Palme ha segnato l’inizio ufficiale della Settimana Santa.
Ad Enna il Venerdì Santo c’è una Processione cui partecipano le Congregazioni, antiche corporazioni delle arti e dei mestieri riconosciute fin dai tempi dei sovrani spagnoli, i cui circa duemila confratelli, incappucciati nei costumi propri delle singole confraternite, sfilano portando su vassoi i 25 simboli del Martirio di Gesù. Seguono poi, nel silenzio più assoluto, le “vare” del Cristo Morto e dell’Addolorata.
Anche ad Adrano, in provincia di Catania, la domenica di Pasqua, si effettua “La diavolata”, una rappresentazione sacra d’origine medievale. Si effettua nei pressi della piazza cittadina principale sfruttando come scenario ideale il Castello-Museo cittadino. In questa zona è costruito un palco che ospiterà cinque diavoli vestiti di rosso che escono da una botola accompagnati da fiammate e fumo, Lucifero, la Morte (che indossa un abito raffigurante uno scheletro) ed un angelo (rappresentato da un bambino). L’evento è costituito da una serie di discussioni sul bene e sul male e si conclude quando l’Angelo costringe i diavoli a pronunciare la frase “Viva”.
I diavulazzi ad Adrano
La Pasqua a Caltagirone è invece un susseguirsi di manifestazioni dove fede, folclore e tradizioni si fondono tra loro. La maggiore funzione religiosa per ricordare la Passione del Cristo è la “Via Crucis” nel venerdì di Quaresima, che si tiene in tutte le parrocchie. Tradizionale è il rito che viene celebrato nella chiesa di S. Bonaventura, “a calata da tila”, allorché giunti alla XII stazione, viene abbassata lentamente la tela che copre la mistica e dolorante immagine del Crocifisso scolpita da Fra Umile da Petralia (1588-1639). Un religioso silenzio, assoluto, interrotto solo da accenti di preghiera, con fedeli profondamente commossi e con lo sguardo fisso in un sol punto: dove si svolge lo scoprimento.
Rappresentazioni interessanti si svolgono anche a Taormina, Milazzo, Erice, Modica ove si svolge una Via Crucis vivente, a Mineo con la sfilate dei «nudi», Militello con la processione notturna del giovedì Santo al monte Calvario e la via Crucis vivente del giorno successivo. In definitiva tutte le città della Sicilia interpretano la ricorrenza pasquale secondo gli antichi usi e le profonde tradizioni del luogo. Elemento comune a tutte però la sentita partecipazione delle varie comunità e la rievocazione da parte delle stesse con sentimenti di mestizia propri del lutto per la Morte del Cristo e di gioia per la successiva Resurrezione.