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Agrigento, tutto pronto per la caccia al teatro greco

Di Gioacchino Schicchi |

All’avvio delle operazioni di scavo che porteranno, forse, all’individuazione di un teatro nel cuore del Parco archeologico della Valle dei Templi partiranno tra poco più di una settimana ma “l’evento”, come lo definiscono dall’Ente, è ancora in fase di organizzazione. Ci sarà una conferenza stampa o no? Saranno presenti personalità istituzionali? Lo scopriremo. Di certo tutto sarà più “imbarazzante” dopo che proprio la Regione aveva revocato con un’algida nota di poche righe l’incontro con i media che avrebbe dovuto annunciare gli scavi e, anche, la speranza di aver individuato quantomeno un teatro se non “il” teatro. Il fatto che la vicenda sia trapelata sulla stampa sostituendo ai condizionali d’obbligo granitiche certezze, infatti, ha squilibrato ogni cosa e tutto, quindi, è da ricostruire. Con l’aggravante di una incombente “ansia da prestazione”.

Quello che certo è invece che gli scavi saranno a cantiere aperto e saranno quindi visitabili anche dai turisti, su prenotazione, tre giorni la settimana. Con la speranza che il battage mediatico, più o meno voluto, porti ad una crescita degli accessi.

“La nostra è stata e continua ad essere una posizione di estrema prudenza – ribadisce il direttore Giuseppe Parello -, per quanto è certo che vi sia una struttura di grandi dimensioni della quale, però, al momento conosciamo poco, anche, ad esempio, che significato avesse nel contesto complessivo nella quale era inserita”. Siamo, infatti, nel cuore della città “pubblica”, ad un centinaio di metri dal bouleuterion e dall’ ekklesiasterion e dal quartiere ellenistico romano, che paradossalmente oggi si conosce relativamente poco e dove – questo ritrovamento ne è la prova – si è scavato ancora meno.

Eppure le ricerche del Parco che “accessoriamente” hanno portato all’individuazione del (forse) teatro, erano incentrate su altri obiettivi, che in parte si stanno già raggiungendo. Risultati importanti per conoscere la storia della nostra città che un singolo – potenziale – ritrovamento rischiano di mettere ingiustamente in secondo piano.

“Quella che sta venendo fuori dagli studi – spiega ancora Parello – è un’area di grande interesse archeologico. Le ricerche che stiamo conducendo con le numerose università con le quali abbiamo avviato una collaborazione, come quelle di Bologna, Padova o Camerino, ci stanno restituendo dati importanti rispetto all’individuazione delle conformazione del centro abitato e dell’area sacra, oggi in gran parte sconosciuta”.

I dettagli, ovviamente, al momento non possono essere divulgati, proprio perché si sta ancora lavorando, ma l’interesse che trapela è molto alto.

“Sta venendo fuori un assetto urbanistico di grande importanza, sia da un punto di vista viario che della monumentalizzazione – spiega Parello -, che è molto imponente e con un aspetto scenografico ben progettato e costruito”.

Ovviamente oltre all’interesse strettamente archeologico vi è anche un’attenzione alle possibili ripercussioni in termini di visite e arricchimento del patrimonio esistente. “Si, la sfida – continua Parello – è di riuscire ad inserire tutto in una ottica della diversificazione dell’offerta culturale e della fruizione”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA