Agrigento, non solo le commissioni Procura indaga (anche) sul Piano regolatore
Agrigento, non solo le commissioni Procura indaga (anche) sul Piano regolatore
La polizia al Comune Martedì sono stati i militari della Guardia di finanza a presentarsi negli uffici di presidenza del Comune di Agrigento, per acquisire l’intero carteggio riguardante gli atti sulle presenze e i fogli di pagamento dei consiglieri comunali nell’ambito dell’inchiesta sulle Commissioni consiliari e i gettoni di presenza. Ventiquattrore ore più tardi con un blitz a sorpresa i poliziotti della Digos, guidati dalla dirigente Patrizia Pagano e dal capo di gabinetto della Questura di Agrigento, Carlo Mossuto, hanno “visitato” diversi uffici di Palazzo dei Giganti, uscendo alla fine con diversi faldoni in mano, che saranno passati al setaccio. Sotto sequestro tutti gli atti riguardanti il Piano regolatore generale e le prescrizioni esecutive. Un’operazione senza precedenti che ha visto impegnati in prima persona e in maniera insolita i componenti del Dipartimento reati contro la pubblica amministrazione e anticorruzione della Procura della Repubblica di Agrigento, composto dal procuratore aggiunto, Ignazio Fonzo e dal sostituto procuratore Alessandro Macaluso (l’altro componente è il pubblico ministero, Salvatore Vella). I magistrati agrigentini alla vicenda delle Commissioni consiliari, hanno dato un seguito, ampliando il raggio d’azione e, soprattutto, riprendendo una vecchia inchiesta che ha coinvolto l’Ufficio tecnico comunale del Municipio di Agrigento, con l’indagine denominata “Self service”, sul rilascio di concessioni edilizie in cambio di mazzette, che nel novembre del 2011, portò all’arresto una decina di persone, tra cui funzionari e dirigenti comunali e diversi architetti. L’operazione è iniziata intorno alle 11 del mattino, quando le auto della Digos e della Procura si sono fermate in piazza Pirandello. Mentre gli agenti hanno raggiunto le stanze per acquisire le carte, il procuratore aggiunto e il capo di gabinetto hanno incontrato il Commissario straordinario Luciana Giammanco, ovviamente per metterla al corrente di quanto stava accadendo. Un incontro durata circa mezz’ora e poi il magistrato ha lasciato il Comune. All’interno sono rimasti e fino alle 15.30, una decina di poliziotti che hanno sequestrato documenti in vari uffici: Utc, Presidenza, Delibere e Protocollo. Gli investigatori hanno pure convocato alcuni dei vertici dell’Ufficio tecnico comunale. Sequestrata la documentazione gli agenti con i faldoni in mano sono usciti dal portone principale, dove ad aspettarli pronti a riprendere ogni cosa c’erano diversi cronisti, cameraman e fotografi. Per tutto il tempo del blitz due poliziotti della sezione Volanti sono rimasti a presidiare l’esterno del Palazzo della Città. Associazione per delinquere finalizzata alla corruzione. E’ questa l’ipotesi di reato, sinora contro ignoti, nell’ambito dell’indagine, concentrata soprattutto, ma non solo, sul Piano regolatore generale e le prescrizioni esecutive. L’attenzione è rivolta anche sui social network, uno su tutti Facebook, dove si sarebbe discusso dei poteri forti al Comune di Agrigento ventilando il pagamento di tangenti proprio in relazione al Prg. A dare un contributo rilevante all’indagine, il vicepresidente del Consiglio comunale Giuseppe Di Rosa, che proprio con comunicati stampa e interventi sui social network ha puntato l’attenzione sulla mala–politica agrigentina, sentendosi persino minacciato. Di Rosa ieri è stato sottoposto ad interrogatorio dal personale della Digos e dai magistrati di Agrigento. E oggi, ci sarà una importante seduta del Consiglio comunale che comprende all’ordine del giorno punti importanti come l’approvazione di piani costruttivi e di quattro prescrizioni esecutive. E a proposito, mentre ieri era in corso il blitz della Digos, in Comune sono arrivati anche i carabinieri della Compagnia di Agrigento, che hanno acquisito la documentazione che comprende i punti all’ordine del giorno della seduta consiliare in programma in data odierna. Si tratta della prima riunione dopo lo scandalo del gettone percepito dai consiglieri per le 1.133 riunioni di commissione effettuate nel 2014 e costate poco meno di 300 mila euro e dopo la manifestazione spontanea di martedì sera che ha radunato poco più di ottocento cittadini, davanti al Municipio per protestare contro i consiglieri. Commissioni consiliari finiti alla ribalta della cronaca locale, e anche nazionale, grazie al nostro quotidiano, con la vicenda, ripresa poi da alcune trasmissioni televisive della Rai, quali Ballarò e l’Arena. Su questa inchiesta a giorni partiranno gli interrogatori.