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“Ad honorem”, contagia la “mission impossible” della banda di “Smetto quando voglio”

Perfetta crasi tra la saga cinematografica classica e il modello della commedia all’italiana, "Smetto quando voglio - Ad Honorem" è il terzo capitolo della trilogia di Sydney Sibilia. Il film diverte utilizzando su una colonna sonora pop, un ritmo estremamente fluido toccando i tasti dell’amaro dramma del quotidiano di molti giovani e meno giovani col titolo di studio in mano ma costretti a sopravvivere nell’incertezza e nell’instabilità lavorativa

Di Daniela Robberto |

Smetto quando voglio – Ad Honorem è il terzo capitolo della trilogia di Sydney Sibilia iniziata nel 2014; si dimostra perfetta crasi tra la saga cinematografica classica e il modello della commedia all’italiana. Lo scanzonato ed irriverente segmento conclusivo è stato prodotto e girato insieme al secondo, e, forse proprio per questo, si presenta con un cast sempre più affiatato che si rivela da subito vincente. Il film che  propone  personaggi in cui forse molti ci riconosciamo si riassume bene in una delle frasi finali del film: “Ma nella laurea ad honorem c’è un voto?” da cui ne discende la riflessione sulla condizione di una Italia che ha in spregio la meritocrazia, termine abusato ed inflazionato da una classe politica che fonda il proprio status su furbe connivenze e perenni compromessi. Uno Stato in cui non c’è spazio per le figure talentuose di tanti ricercatori impegnati che amano e credono nei loro studi ma sono costretti a sbarcare il lunario in modo spesso umile e precario ma sempre con la trasparenza e la sensibilità che solo la cultura può dare.

Adesso stanno tutti in galera ma hanno un passato di benzinai, lavapiatti, sfasciacarrozze, giocatori di poker. La banda simpatica e geniale in cui ogni componente partecipa con il suo personale contributo, che è bello ascoltare nella forbitezza de linguaggio, nella competenza dell’argomentare, è composta da antropologi, latinisti, chimici, archeologi ed ha a capo un biologo le cui forti motivazioni nei confronti della vita spingono i colleghi ad una coralità di intenti. In tutte le loro azioni, la costante dell’ironia va a braccetto con l’arguzia e l’intelletto, e, nonostante la sofferenza di comprendere le ingiustizie perpetrate dall’indifferenza delle istituzioni, dalla mancanza di finanziamenti dirottati altrove, si schierano unanimi dalla parte del bene e fa della lotta contro i mulini a vento, una contagiosa creatività.

Smetto quando voglio Ad honoremSmetto quando voglio Ad honorem: Marco Bonini e Paolo Calabresi

Lo spettatore viene piacevolmente coinvolto nella vicenda che si svolge nel carcere di Rebibbia con a capo un direttore che per sfuggire alle miserie del luogo si dedica all’Opera. Trovate geniali, spiritose mai volgari come il summit nel bagno del carcere dove tutti i componenti della banda, per non dare nell’occhio, sono nudi. L’organizzazione dell’evasione tramite una via alternativa ed impensabile come internet e la fuga in metropolitana vestiti da monaci tengono alta l’attenzione del pubblico che li segue passo passo nella loro “mission impossible”. Questa consiste nel fermare la strage pensata ed organizzata da Walter Mercurio (Luigi  Lo Cascio), nell’aula magna della Sapienza e solo la genialità delle soluzioni prospettate dai precari potrà salvare gli intervenuti da una micidiale esplosione.

Smetto quando voglio Ad honorem

Smetto quando voglio Ad honorem. Libero De Rienzo, Giampaolo Morelli e Edoardo Leo

Il regista sagace ed intelligente riesce a divertire utilizzando su una colonna sonora pop, un ritmo estremamente fluido toccando i tasti dell’amaro dramma del quotidiano di molti giovani e meno giovani costretti o ad andar via o a sopravvivere nell’incertezza e nell’instabilità lavorativa; egli anche dei personaggi di Murena e di Mercurio, in fondo vittime anch’essi del sistema, riesce a dare se non un assolvimento, una giustificazione al loro aver deviato dal giusto cammino. E’ un film estremamente attuale, forse anche coraggioso perché al di là della visione leggera, quasi comica affronta dei temi che devono indurre alla rivalutazione professionale per il bene di chi è in uscita da percorsi di studio faticosi ed impegnativi ma anche per quello di un Paese allo sbando; induce a non abdicare mai negli intenti, a non compiacersi mai della trascuratezza ideologica ma a scegliere una linea d’azione volontaria, caparbia, ostinata, proprio come quella dell’ottima banda dei precari.

Smetto quando voglio Ad honorem

Smetto quando voglio Ad honorem: Luigi Lo Cascio

Smetto quando voglio – Ad Honorem Regia di Sydney Sibilia. Con: Edoardo Leo, Neri Marcorè, Luigi Lo Cascio, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Libero De Rienzo, Stefano Fresi, Lorenzo Lavia, Pietro Sermonti, Marco Bonini, Rosario Lisma, Giampaolo Morelli, Peppe Barra, Greta Scarano, Valeria Solarino.

Smetto quando voglio Ad honorem

Smetto quando voglio Ad honorem: Edoardo Leo, Libero De Rienzo e Sydney Sibilia

daniela.robberto@gmail.com

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