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L'iniziativa

Per il Canale di Sicilia la proposta del geologo marino: l’isola Ferdinandea diventi una Riserva

La biodiversità è in sofferenza a causa delle alterazioni climatiche dovute al “global warming”

Di Enzo Minio |

L’isola Ferdinandea, chiamata pure “l’isola che non c’è”, con la guglia a 7 metri sotto il livello del mare, nel Canale di Sicilia, a 23 miglia dalla costa siciliana, tra Sciacca e Castelvetrano, potrebbe diventare una riserva naturale marina protetta, un laboratorio sommerso di geologia, in un delicatissimo ecosistema oggi oggetto di interesse di tutte le nazioni che si affacciano sul bacino del Mediterraneo. È stata questa la singolare proposta che è stata avanzata al G7, Expo Agricoltura e Pesca della Regione Siciliana, a Siracusa, promotore presso i ministeri degli Affari Esteri e dell’Italia e della Tunisia di un’iniziativa volta a tutelare il sito mediante l’istituzione di un’area marina protetta, sotto l’egida dell’Unesco. A presentarla è stato Domenico Macaluso, di Ribera, ispettore generale di geologia Marina dell’assessorato dei Beni culturali della Regione Siciliana e coordinatore per la Sicilia della scuola di alta formazione e ricerca su temi Unesco.

La richiesta

Nella nota inviata alle istituzioni, Macaluso sostiene che «questo giovane vulcano, con le sue guglie ed i sui anfratti basaltici offre rifugio a diverse varietà di pesci, prede e predatori, che vi trovano rifugio e sostentamento, mentre i minerali che lo compongono, rappresentano un ricco supporto per la crescita di alghe, che rapidamente hanno colonizzato la nerissima lava, creando un contrasto cromatico, unico nei nostri mari; inoltre le onde d’urto, generate delle esplosioni vulcaniche e le alte temperature del mare durante le eruzioni, sembrano essere alla base della genesi del meraviglioso corallo sub-fossile di Sciacca».

Oggi la denuncia di Macaluso, che da buon sommozzatore è sceso più volte negli anni sul pendio del cono vulcanico lavico, si sofferma sull’oasi di biodiversità che, in sofferenza a causa delle alterazioni climatiche dovute al “global warming”, rischia la desertificazione biologica. Ad aggravare c’è il rischio legato alla sostituzione delle specie marine endemiche con quelle alloctone, fenomeno che sta interessando anche quest’area del Mediterraneo. «Se le aree marine protette per definizione sono costituite da ambienti marini che presentano un rilevante interesse per le loro caratteristiche naturali, geomorfologiche, fisiche, biochimiche – scrive nella petizione Macaluso – nonché per l’importanza scientifica, ecologica, culturale, educativa ed economica che rivestono, questo tratto di mare quasi di fronte Sciacca, che accoglie nei suoi fondali i resti del vulcano Ferdinandea, ha tutte le caratteristiche per essere candidato a rappresentare un’area marina da proteggere e tutelare».

La storia

La surreale storia dell’isola effimera Ferdinandea è stata protagonista di numerosi documentari prodotti anche da prestigiosi network televisivi in tutto il mondo dalla Francia alla Gran Bretagna, dagli Usa al Giappone ed è diventata oggetto pure di numerose pubblicazioni scientifiche e libri dal scorso secolo , con gli scrittori che vanno da Giulio Verne per continuare con George Walter Smythe, Salvatore Mazzarella, Bruno Fuligni, Andrea Ferraris, Gaetano Allotta, Giuseppe Rajola, Filippo D’Arpa fino ad arrivare ad Andrea Camilleri.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA