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Ecomafie, tra cemento fuori legge e incendi boschivi la Sicilia esce devastata

Presentato nei Cantieri della Zisa di Palermo il Rapporto Ecomafia 2021

Di Redazione |

«I numeri dell’aggressione criminale all’ambiente ci restituiscono un quadro molto preoccupante. La Sicilia svetta in quasi tutte le filiere ecomafiose, in particolare in quella del cemento illegale, con l'abusivismo edilizio, che non viene demolito, a pregiudicare pesantemente il riscatto della legalità sul territorio. Ma anche sul fronte dei reati contro la fauna e soprattutto per quanto riguarda gli incendi». L’ha detto Laura Biffi, coordinatrice dell’Osservatorio nazionale ambiente e legalità, alla presentazione, avvenuta allo Spazio Mediterraneo dei Cantieri culturali alla Zisa di Palermo, del Rapporto Ecomafia 2021 sui dati siciliani. All’incontro di stamane era presente, tra gli altri, anche Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, insieme a Maria Teresa Maligno (sostituto procuratore presso la Corte d’Appello di Palermo), Fabrizio Buonadonna (comandante del Gico della Guardia di finanza di Palermo), Andrea Li Volsi, (cmandante Centro anticrimine natura dei Carabinieri di Palermo), il capitano Bicola Silvestri della Capitaneria di Porto di Palermo. 

«I roghi che ogni anno devastano irrimediabilmente le aree naturali della regione – ha aggiunto Biffi – sono e saranno sempre più un’emergenza che va affrontata con un’azione più efficace, anche alla luce dei cambiamenti climatici in atto. La Regione deve mettere a punto una strategia di prevenzione e di investigazione, di concerto con tutti i soggetti coinvolti». «La pandemia e il lockdown – ha sottolineato Giuseppe Alfieri, dell’Ufficio di presidenza di Legambiente Sicilia – non hanno fermato gli ecocriminali, anzi la Sicilia insieme alle altre regioni a tradizionale presenza mafiosa, ha contribuito in negativo al dato nazionale con un aumento del numero dei reati commessi ai danni dell’ambiente in tutti i settori. In particolare, vogliamo lanciare un allarme per quanto riguarda gli illeciti commessi in aree naturali e protette, a mare e ai danni di specie protette, oltre ad un aumento esponenziale del numero di incendi boschivi. Molto critici anche i dati relativi al ciclo illegale dei rifiuti. Legambiente Sicilia chiede che le forze dell’ordine e le procure siano sempre dotate sempre più e sempre meglio di risorse e strumenti idonei al contrasto di questi fenomeni». 

Con 4.245 reati accertati, la Sicilia è seconda, dopo la Campania, nella classifica nazionale dell’illegalità ambientale. Il dato, riferito al lavoro di contrasto delle Forze dell’ordine e delle Capitanerie di Porto nel 2020, corrisponde al 12,2% del totale nazionale e fa registrare un +30,3% rispetto all’anno precedente, nonostante il lungo lockdown e le restrizioni dovute alla pandemia. Tra le città capoluogo, Palermo è al 4° posto e Catania all’8° per numero di illeciti. Legambiente Sicilia chiede che le Forze dell’ordine e le Procure siano dotate sempre più e sempre meglio di risorse e strumenti idonei alla prevenzione e al contrasto di questi fenomeni». Nel 2020 sono state denunciate 3.782 persone e 45 sono state arrestate. I sequestri effettuati sono stati 1.450. Palermo (4°) e Catania (8°) sono tra le prime 10 città capoluogo per numero di reati accertati. 

La Sicilia è al primo posto nella classifica del cemento fuorilegge, con 1.650 reati contestati (pari al 14,5% del totale nazionale), 1.676 persone denunciate e 210 sequestri. Il 48,7% dei reati si concentra tra Campania, Sicilia, Puglia e Calabria. Siracusa è 8a tra le città capoluogo, Catania è 17ma e Palermo 18ma nella classifica dei capoluoghi di provincia. Dal 2004 al dicembre 2020, le ordinande di demolizione eseguite sono state in Sicilia solo il 20,9% peggio hanno fatto solo Campania, Calabria e Puglia. La Sicilia al 6°posto con 489 reati accertati (il 5,9% del dato nazionale), con 716 persone denunciate, 41 arresti e 258 sequestri. Catania è 13ma nella classifica delle città. La Sicilia è 1a per numero di incendi negli impianti di trattamento, smaltimento e recupero (dal 2013 al 2021, 194 casi accertati, il 15% del totale nazionale).

Secondo posto nazionale nella classifica degli incendi boschivi (582, il 13,7% del totale), ma primato assoluto per superficie incendiata (36.321 ha). 14 le persone denunciate, nessun arresto (su 18 a livello nazionale), 1 sequestro (su 79). Il 54,7% dei roghi si è concentrato in Campania, Sicilia, Calabria e Puglia. Palermo al 3° posto tra i capoluoghi per numero di incendi. L’isola è al primo posto per crimini contro la fauna, con 1.259 reati accertati (il 15,4% del totale nazionale), 1.212 persone denunciate, 3 arresti e 938 sequestri. Palermo è al 2° posto nella classifica delle città capoluogo dietro Bari, ma prima di Roma, Napoli e Reggio Calabria. Catania è al 6°. E' invece al 3° posto per quantità di prodotti ittici sequestrati in rapporto ai km di costa. Tra aree archeologiche, musei, case d’asta, negozi, fiere e mercati dell’antiquariato, oltre ad abitazioni di collezionisti privati, nel 2020 i controlli in Italia sono stati 11.801, 32 al giorno, +32% rispetto al 2019. A fronte di questo lavoro, si registra, unico settore tra quelli monitorati da Legambiente, un calo dei furti e delle denunce (-18%), così come del numero di persone arrestate (-60%). La Sicilia è al 4° posto per numero di furti d’opere d’arte.   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA