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Villa trasformata in magazzino. Degrado in pieno centro urbano, a un passo dal “salotto buono” della città

Di Gioacchino Schicchi |

Tra ceramiche e pali ridipinti il centro città sembrava destinato a tornare il “salotto buono”. Però, senza il controllo del territorio, decoro, legalità e tutela del bene pubblico restano solo parole al vento.

Può succedere, ad esempio, che i commercianti di merci “taroccate” che ogni giorno smerciano abbigliamento, dvd, cd musicali e oggetti di piccola elettronica possano considerare gli spazi verdi come una vera e propria “autorimessa”, o, più semplicemente, un magazzino a cielo aperto.

Così, a fine giornata (o, meglio, in attesa di tornare al lavoro il lunedì perché, si sa, la domenica è sacra) possono permettersi, potendo contare sul disinteresse collettivo, di lasciare all’interno delle aiuole tavole di legno, teli di plastica, sedie e, addirittura, carrelli della spesa “modificati” o piccoli carretti in metallo da utilizzare poi per vendere le proprie merci. E se i materiali più “poveri” sono solamente nascosti dietro il tronco di uno dei grandi ficus che insistono su Porta di Ponte, il resto viene assicurato bene alle recinzioni o ai pali in metallo con catene e lucchetti. Che, si sa, di questi tempi non ci si può fidare più di nessuno.

Impossibile che nessuno veda: gli impiegati comunali addetti alla manutenzione del verde in primis, proseguendo con i netturbini proseguendo con gli agenti di Polizia municipale, che a meno di 10 metri dalla “rimessa” hanno il proprio centro operativo e, in realtà, non si sono mai dimostrati particolarmente parchi nell’elevare contravvenzioni agli automobilisti indisciplinati.

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