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Legge di Bilancio

Uil e Cgil agrigentina in piazza a Palermo il 13 dicembre per lo sciopero generale

I segretari generali, Gero Acquisto e Alfonso Buscemi: "Diremo no a qualunque progetto di autonomia differenziata che assesterebbe colpi durissimi alla scuola, alla sanità, a tutti i servizi e all’infrastrutturazione  creando un divario  che allontanerà definitivamente la Sicilia dal resto dell’Italia e all’Europa”

Di Gaetano Ravanà |

"Una manovra ingiusta, iniqua e regressiva. Martedì  13 dicembre prossimo si terrà a Palermo una manifestazione unitaria CgiL e UIL che hanno indetto uno sciopero contro una legge di bilancio iniqua socialmente, che penalizza il mondo del lavoro dipendente e mortifica le aree di precariato del nostro Paese, in particolare su fisco, pensioni e trattamento salariale"

I segretari provinciali della Uil e Cgil agrigentina, Gero Acquisto e Alfonso Buascemi ritengono che si tratta di "Una manovra che sicuramente non fa un favore all’economia dello stato né a quella dei lavoratori, difatti per come stanno le cose entreranno meno soldi nelle casse dello Stato e ci saranno nuovi tagli al welfare. Insomma rischiamo di ottenere l’aumento delle diseguaglianze, anziché una loro riduzione, dal lato della redistribuzione dei carichi fiscali e della diminuzione ulteriore dei servizi pubblici, oltre al calo delle entrate erariali.  La Sicilia non può essere ulteriormente essere isolata". Il Segretario della Uil di Agrigento, Gero Acquisto , congiuntamente al Segretario Generale della CGIL di Agrigento, Alfonso Buscemi, sottolineano  come” la nostra provincia già eccessivamente mortificata dalla mancanza totale di qualsivoglia servizio e massacrata da criminalità e precariato non può rimanere sempre agli ultimi posti di un’Italia in cui si viaggia a due velocità. "Pertanto, i nostri uffici saranno chiusi e tutti quanti andremo in piazza a manifestare per una manovra che impoverisce ancor di più la Sicilia. Saremo in piazza anche – concludono – per dire no a qualunque progetto di autonomia differenziata che assesterebbe colpi durissimi alla scuola, alla sanità, a tutti i servizi e all’infrastrutturazione  creando un divario  che allontanerà definitivamente la Sicilia dal resto dell’Italia e all’Europa”.

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