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Tutto pronto per l’Antimafia

Di Redazione |

E’ tutto pronto ad Agrigento per l’arrivo, domani mattina, della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie. Per garantire la sicurezza delle audizioni, che si svolgeranno all’interno della Prefettura, il Comune ha disposto il divieto di sosta in piazza Aldo Moro per tutta la giornata di domani.

Davanti a deputati e senatori, presieduti da Rosy Bindi, stando quanto comunicato dalla stessa Prefettura, andranno il prefetto Nicola Diomede, il questore Mario Finocchiaro, il comandante provinciale dei Carabinieri, Mario Mettifogo, quello della Guardia di finanza Massimo Sobrà e il capo sezione della Dia di Agrigento, Roberto Cilona. Nel pomeriggio seguiranno poi le audizioni del Procuratore distrettuale di Palermo, del procuratore della Repubblica di Agrigento Luigi Patronaggio e della Procura di Sciacca, Roberta Buzzolani. Per parlare di cosa? Questo, ovviamente, al momento non è ancora pubblico, ma pare che il tema principale non sarà squisitamente la gestione dei rifiuti, come inizialmente trapelato, ma, come dice sempre la Prefettura, “per approfondire le dinamiche di Cosa Nostra”. Le due questioni, tuttavia, potrebbero non essere necessariamente distinte, considerato che da tempo la criminalità organizzata ha visto nei rifiuti un settore di florida espansione. La tappa agrigentina, tra l’altro, rientra in un tour siciliano che partirà oggi da Palermo proprio con la partecipazione del presidente Bindi ad un convegno su “La gestione dei rifiuti in Sicilia”, alla presenza tra gli altri del presidente della commissione d’indagine sul ciclo dei rifiuti Alessandro Bratti.

Proprio quest’ultimo aveva firmato, insieme agli altri parlamentari e senatori una robusta relazione sul “caso Sicilia”, parte della quale dedicata proprio all’Agrigentino. A questo si aggiunge (ma due indizi non fanno una prova, semmai una suggestione) l’audizione dell’ex assessore regionale Nicolò Marino realizzata a fine ottobre dall’Antimafia in forma secretata. Improbabile che il magistrato non sia tornato su suoi ormai celebri “cavalli di battaglia”, come le vicende dell’affidamento e la gestione dell’impianto di contrada Matarana della Catanzaro Costruzioni.

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