Turismo in picchiata, eppure si investe ancora nelle strutture ricettive

Di Gaetano Ravanà / 26 Luglio 2019

Il calo negli arrivi di turisti ad Agrigento e, in provincia ha suscitato non poche preoccupazioni tra gli imprenditori della ricezione. Gente che ha speso anche molti soldi per migliorare i propri bad and breakfast e case vacanze oltre agli alberghi. Molti, memori dei dati importanti degli ultimi anni, hanno anche avviato nuove attività, creando dei nuovi posti letto. Il calo, come ha denunciato la Uil nei giorni scorsi, ha avuto almeno il merito di accendere i riflettori su questo settore che è l’unico che ha dato qualche scossa all’economia provinciale. In una provincia dove non funziona quasi nulla, il turismo non può finire in declino, soprattutto perché siamo alle porte dell’evento Agrigento 2020.

Eppure, nel giro che abbiamo realizzato tra i gestori di strutture ricettive, in questo momento, c’è scoramento, anche se la maggior parte pensa positivo, visto che agosto è alle porte e, anche negli anni del non boom turistico, si è sempre registrato il boom turistico.

Seriamente, mai è stato istituito un tavolo di concertazione in modo da riuscire a trovare quelle soluzioni per lanciare in orbita la nostra provincia.

Agrigento 2020 è di sicuro un appuntamento importante, la città dei templi e la sua provincia, devono trarne il maggior profitto. Proprio per questo motivo è necessario cominciare a trovare delle idee nuove. Poi, è anche vero che la politica dovrebbe fare molto di più, completare la Ss 640 e la Ss 189 consentirebbe di avvicinare e, di molto la nostra realtà ai principali aeroporti siciliani. Ma occorre anche un cambio di mentalità, è inutile insistere con i negozi aperti alle 16 e chiusi dopo le 20. Ecco perché siamo convinti che occorre fare un lavoro tutti assieme: politica, sindacati, società civile, confesercenti, confcommercio e tutte le sigle che rappresentano i commercianti.

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Redazione
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