Agrigento
Terreni confiscati alla mafia consegnati a cooperativa Livatino
PALERMO – «Uno dei giudici che ha lavorato per restituire questo fondo alla legalità è stato il giudice Rosario Livatino in quanto membro del tribunale Misure di prevenzione di Agrigento. Per cui c’è un filo ideale che lega Livatino all’omonima cooperativa Libera terra che oggi è il legittimo possessore di questo fondo». Lo ha detto il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, durante la riconsegna dei terreni di contrada Gibbesi a Naro, confiscati alla mafia, alla cooperativa che dovrà occuparsene adibendoli a sviluppo. «Il fondo è sempre stato in mano alla mafia – ha aggiunto Patronaggio – fin quando non sono intervenuti i provvedimenti di confisca ed è passato all’agenzia nazionale del Demanio, al Comune di Naro e poi affidato alla cooperativa Rosario Livatino. Arma dei carabinieri e Procura sono intervenuti alla fine di questo lungo percorso perchè la cooperativa ha sempre trovato difficoltà a lavorare su questo fondo perchè ci sono stati interessi contrastanti, ha subito furto, danneggiamenti, incendi, furti d’acqua. Noi siamo intervenuti, assieme ai carabinieri, che ci hanno aiutato a ricostruire la complessa vicenda e a restituire il terreno ai legittimi proprietari che oggi lo devono coltivare. La grande scommessa è lo sviluppo nella legalità. Restituire i beni confiscati alla mafia a cooperative che portino l’economia legale».
Patronaggio ha spiegato: «La cooperativa ha sempre subito incendi, danneggiamenti e furti. L’ultimo atto riguarda l”occupazione dei 190 ettari da parte di alcuni pastori che se me erano appropriati e tenevano ben 1200 pecore su questo fondo. Di fatto ne avevano il possesso illecito. Innanzitutto c’è stata un’attività di denunzia da parte dei responsabili della cooperativa Rosario Livatino. L’attività dei carabinieri, stazione di Naro e compagnia di Licata e quelli del Centro Anticrimine Natura, siamo arrivati alla restituzione formale». Il terreno di contrada Gibbesi passa attraverso dei contratti dai Caramazza fino ad arrivare a Diego Guarneri l’uomo che ha subito il provvedimento di sequestro e confisca – è stato ricostruito durante la conferenza stampa tenuta dal procuratore capo, Luigi Patronaggio, alla caserma dei carabinieri di Naro – . Il sequestro, con provvedimento della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Agrigento di cui faceva parte il giudice Livatino, è avvenuto alla fine degli anni Ottanta.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA