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Rifiuti

Srr Ato 4 Agrigento Est, via libera al concordato: scongiurato il fallimento

La decisione del Tribunale serve a regolamentare lo stato di crisi e di insolvenza e impone riduzione dei costi e continua vigilanza

Di Giuseppe Recca |

La sezione fallimentare del Tribunale di Agrigento ha ammesso al concordato preventivo la Srr Ato 4 Agrigento Est che gestisce la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti in 11 Comuni del territorio provinciale. Un provvedimento – che sarà operativo dopo l’omologazione – non affatto scontato, che serve a scongiurare quel fallimento che fino a poco tempo fa appariva inevitabile vista la grave situazione finanziaria della società. La decisione del Tribunale serve a regolamentare lo stato di crisi e di insolvenza, ma impone delle precise restrizioni e una continua vigilanza da parte dell’autorità giudiziaria. Il percorso del concordato preventivo già la scorsa primavera era stato intrapreso come ultima chance per evitare il fallimento e potere dare continuità alla società pubblica garantendo allo stesso tempo il gran numero di creditori. Si tutela dunque il credito, ma allo stesso tempo viene salvaguardata l’attività economica ed il servizio alla collettività.L’avvio dell’iter per l’ammissione al concordato in continuità aziendale venne autorizzato a maggio con relativa nomina del commissario giudiziale. Per comporre la procedura di concordato preventivo e presentare al Tribunale la documentazione per la richiesta di ammissione, è stato per mesi al lavoro un team di professionisti esterni coordinato dal professore Carlo Bavetta e formato dall’avvocato Giuseppe Minio che ha curato la parte giuslavoristica, dal ragioniere Pietro Carlino che si è occupato della consulenza del lavoro, dal dottore Mario Turturici che ha redatto il piano industriale di concordato, dalla dottoressa Simona Bennici che si è occupata di attestare la veridicità dei dati aziendali e la fattibilità del piano.È stata una fase molto delicata di attesa per tenere in vita una società che ha avuto i primi problemi quando i Comuni soci, alcuni dei quali in dissesto finanziario, non hanno pagato le proprie quote mensili. Il piano proposto è stato ritenuto valido dal giudice. Ciò significa che riesce a soddisfare i crediti con le forme, le modalità e le tempistiche in esso indicate. L’autorizzazione del Tribunale è stata possibile grazie al consenso degli stessi creditori ai quali, come prevede la norma, viene assicurato il soddisfacimento in misura non inferiore a quella realizzabile in caso di liquidazione giudiziale. C’è dunque una continuità aziendale che tutela l’interesse dei creditori e preserva, nella misura possibile, i posti di lavoro.È bene dire che non tutto è filato liscio, il Tribunale ha chiesto ulteriore documentazione e fino ai primi di dicembre c’è stato bisogno di fare delle integrazioni. È stato necessario definire con delle conciliazioni i rapporti con i lavoratori che negli anni hanno dato vita a delle vertenze di lavoro e redigere i piano di rientro da parte dei Comuni soci esposti nei confronti della Srr. Quest’ultimo passaggio impone adesso ai Comuni di invertire la cattiva abitudine che li portava a guadagnare tempo ed a versare le proprie quote con tempi lunghi o addirittura a non versarle per nulla. Ci sarà un nuovo piano industriale da rispettare, ma anche una rimodulazione dei costi, che ci si augura non incida sulla qualità del servizio di raccolta dei rifiuti. La vicenda della Srr del versante est della provincia deve fare riflettere soprattutto la politica ed i sindaci.

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