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“Sorella sanità”: rischia gli arresti domiciliari un docente

Di Gaetano Ravanà |

Rischia di finire agli arresti domiciliari il 46enne di Canicattì, Vincenzo Li Calzi, docente, secondo l’accusa prestanome di un faccendiere, nell’ambito dell’inchiesta “Sorella sanità”. Il Tribunale del Riesame di Palermo ha depositato l’ordinanza in cui viene rigettato l’appello del Pm per il reato associativo. Resta in “piedi”, invece, l’accusa di corruzione, da qui la richiesta di arresto.

I giudici del Riesame hanno ribaltato la decisione del Gip di Palermo, Claudia Rosini, che aveva rigettato i domiciliari. La misura cautelare resta “sospesa” perchè il legale difensore dell’indagato, l’avvocato Angela Porcello, ha annunciato che ricorrerà in Cassazione.

L’indagine avrebbe accertato un vasto giro di tangenti nell’ambito degli appalti per le forniture a ospedali e aziende sanitarie provinciali.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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