«La indisponibilità di acqua a sufficienza nella diga Castello e nel fiume Verdura quest’anno rischia di generare un danno economico alla nostra agrumicoltura organizzata di almeno 80 milioni di euro». Lo dice Giuseppe Pasciuta, già presidente del Consorzio Arancia di Ribera Dop, che raggruppa i produttori di 14 comuni della provincia di Agrigento, oggi dirigente regionale in quiescenza. «Diverse aziende – aggiunge Pasciuta – perderanno completamente le loro coltivazioni, e le conseguenze saranno negative anche per gli anni successivi».
Dal punto di vista infrastrutturale l’emergenza siccità di quest’anno non offre soluzioni alternative. «Negli anni Ottanta – dice Alfredo Mulè, tra i promotori del locale comitato “Insieme per l’acqua” – erano stati fatti perfino i carotaggi per costruire una nuova diga a valle del fiume Verdura. Il terreno era stato dichiarato idoneo, ma non se ne fece nulla anche perché l’acqua del Verdura è tuttora nelle mani di Enel, che la usa per produrre energia elettrica. Ci batteremo per rivedere questa convenzione».